Nel bergamasco è in corso una vasta operazione della Polizia denominata “Mai una gioia” con lo scopo di smantellare un'organizzazione criminale dedita allo spaccio di sostanze stupefacenti, estorsioni e rapine. Dalle indagini, durate circa un anno e mezzo, è emerso che i componenti di questa organizzazione sono in prevalenza ultrà atalantini e tra loro è presente anche il figlio di un magistrato.

In mattinata sono state arrestate 26 persone ritenute responsabili a vario titolo dei reati di cui sopra e raggiunte quindi da misure che vanno dalla custodia cautelare in carcere agli arresti domiciliari fino all’obbligo di dimora e firma.

Modus operandi

Le indagini portate avanti dalla Squadra Mobile di Bergamo e dallo Sco della Polizia di Stato hanno rivelato un vero e proprio modus operandi adottato dalle frange estremiste dei tifosi della Curva Nord: l’assunzione di quantitativi eccessivi di droga all’esterno dello stadio e il successivo incappucciamento e lo scontro con le tifoserie avversarie. Questa modalità è stata usata anche prima degli scontri avvenuti a gennaio 2016 nel centro di Bergamo in occasione della gara contro l’Inter.

L’associazione criminale si componeva di italiani, serbi e albanesi, principalmente ultras dell’Atalanta che cedevano la sostanza stupefacente anche all’interno della stessa Curva: figurano tra gli indagati anche un 73enne ed un 63enne.

Qualsiasi tifoso che ha a cuore la propria squadra, condanna senza ombra di dubbio questo tifo estremista e certi comportamenti che fanno male al calcio italiano, di contro però ci si aspetterebbe che adesso si applichino quelle norme che sono state imposte alla Curva Sud dello stadio Olimpico di Roma, con l’applicazione delle tanto famigerate barriere divisorie che servono appunto a riportare controllo e legalità in quella che viene definita “zona franca”.

Visti gli ottimi risultati raggiunti nella Capitale con un incremento del 265% dei daspo si auspica che lo stesso pugno duro adottato per il tifo romanista e laziale sia usato anche per i tifosi dell’Atalanta, in modo da emarginare i violenti e garantire la tanto agognata sicurezza durante le partite, riportando allo stadio le persone che vogliono vedere lo spettacolo dal vivo. Oppure rimarrà sempre un gesto repressivo contro una delle ultime espressioni popolari ancora rimaste.