Il successo davvero rilevante ottenuto dall'ex Presidente del Consiglio alle primarie appena concluse, porta indubbiamente una boccata di ossigeno alla situazione interna al PD, ma occorre limitarsi ad un cauto ottimismo, senza attendersi troppa collaborazione dagli altri candidati e da alcune fronde interne al partito.

Un percorso ad ostacoli

Di certo non stiamo parlando di una vera e propria guerra, ma neppure di una passeggiata di salute. Rimane il fatto che dopo i festeggiamenti per la vittoria schiacciante alle primarie, a Renzi e all'intero Partito Democratico si prospetta un futuro non poi così roseo.

Del resto con Michele Emiliano che dichiara pubblicamente di voler restare nel partito con intenzioni alquanto bellicose e con Andrea Orlando che chiede la revisione dei risultati e il riconteggio delle schede...

Senza contare il fatto che fuori dal PD i soliti e ben noti iper-critici verso Renzi hanno già contestato non poche modalità di partecipazione alle primarie. Si tratta di luoghi comuni, di frasi fatte, che tuttavia sono il segno di una polemica ben poco costruttiva, che ha peraltro qualche seguito anche all'interno del partito.

Certo, in politica occorre sempre un sano realismo e qualche venatura ottimistica, ed è bene che sia così. Del resto Matteo Renzi oltre al successo ottenuto e gustato in grande stile nei giorni scorsi, sa bene di poter contare su moltissimi sostenitori, anche tra i non iscritti.

Del resto l'ex Premier riscuote molta simpatia ad esempio in ambito cattolico e in una parte considerevole delle gerarchie ecclesiastiche. Ha poi molti amici e fans nell'associazionismo, nel mondo del volontariato, in tanti ambiti del vissuto civile e sociale.

Tornando direttamente al PD, grande e bella, poi, è la collaborazione con i ministri Martina e Franceschini.

Quest'ultimo, peraltro, pur occupandosi da tempo e in modo eccellente di beni e attività culturali, rimane sempre uno dei pochi politici di razza dello scenario italiano, dimostrando una esperienza davvero mirabile nel mediare, nel saper cogliere il momento giusto, nell'intuire le scelte più adeguate.

Amici e nemici a parte, si parla ora di legge elettorale, di Elezioni, di schieramenti, di alleanze, ma forse sarà prima opportuno valutare meglio chi ha davvero intenzione di dedicarsi al bene del partito e ancor prima del nostro Paese, per evitare situazioni conflittuali che hanno ben poco a che vedere con il serio e corretto impegno politico.

Vedremo cosa succederà, anche se indubbiamente le risorse interne al PD e l'abilità di Matteo Renzi lasciano ben sperare.