C'era una grande curiosità di rivedere all'opera come regista Francesco Bruni - sceneggiatore principe della serie "Montalbano" di Andrea Camilleri - che dopo il suo primo "Scialla" ritornava da solo a condurre in porto un'impresa cinematografica. Approfittando del produttore di Montalbano Carlo Degli Esposti della Palomar e delle musiche di un altro fuoriclasse di Montalbano Franco Piersanti, Bruni stupisce per la storia tratta dal libro "Poco più di niente (Garzanti)" scritto da Cosimo Calamini. C'è Alessandro (Andrea Carpenzano) che è un ragazzo romano di vent'anni che non vuole fare niente e che anzi frequenta altri amici che hanno l'unica dote di spacciare droga e sedere al bar.

Il padre Stefano (Antonio Gerardi), risposatosi con una ragazza dell'Est - la madre è morta quando Alessandro era piccolissimo - gli trova un lavoro come badante di un poeta, Giorgio Gherarducci, (la sorpresa Giuliano Montaldo) in preda all'Alzheimer. Incredibilmente quello che doveva essere solo un passatempo per evitare che il giovane ne combinasse una delle sue diventa invece un legame profondo che va al di là delle condizioni socioculturali dei due protagonisti. Il poeta insegna al ragazzo cos'è la poesia - "si scrive quando non si sa dove mettere l'amore" - e nel dialogo fecondo che s'instaura nasce un rapporto di fiducia.

Gherarducci vive la sua malattia nel ricordo della Liberazione che gli americani operarono sulle colline pistoiesi e spesso nelle memorie di guerra cita un colle con una croce che il ragazzo con l'aiuto di una ragazza, Zoe (Carolina Pavone) individua.

In questo luogo Gherarducci avrebbe lasciato un suo tesoro. In questo ultimo viaggio il vecchio poeta insegna al giovane borgataro senza identità che cos'è la poesia e cosa la vita e che "nella poesia puoi amare chi vuoi, nella vita chi ti sta accanto". "Come si capisce qual è la persona giusta da baciare?" chiede Alessandro al sognatore poeta.

"Quella che ride quando sta con te, ma devi chiedere il permesso prima di baciarla" gli risponde il poeta-padre. Gherarducci morirà al ritorno a Roma subito dopo avere fatto pace con i suoi ricordi. Alessandro troverà in Zoe chi gli sorriderà e si farà baciare. Il film è un inno alla vita ed insegna che solo il contatto umano tra generazioni diverse può generare nuove identità e futuro per i giovani in cerca di senso.