E' passato molto tempo da quel 1892, anno in cui presso l'ufficio brevetti di Berlino arriva la richiesta per il primo "motore alternativo a combustione interna" alimentato a gasolio (una miscela di idrocarburi). Il suo creatore, Rudolf Diesel, lo presentò successivamente all'Esposizione Mondiale di Parigi del 1900 credendoci molto, e in effetti ebbe da subito un certo seguito in uno scenario in cui troviamo il vapore, l'elettricità ed il classico motore a scoppio a benzina darsi battaglia per primeggiare; tutte le possibilità erano fortunatamente ancora aperte dopotutto.
Fu subito impiegato nella movimentazione di macchine industriali ed impianti di riscaldamento grazie all'energia sviluppata, al basso consumo e a costi inferiori, approdando successivamente ai camion, treni e solo verso l'inizio degli anni 50' alle automobili. Ma nonostante questa storia vincente, oggi la sua esistenza è messa in pericolo.
Principale fonte di emissioni nocive
Dopo anni si è scoperto che la combustione "Diesel" è molto sporca: i motori si sporcano maggiormente e la loro vita utile pur essendo tendenzialmente più lunga, produce a lungo andare una combustione sempre meno efficiente (abbiamo visto tutti la grande quantità di fumo nero che esce spesso da certi diesel, e non si tratta sempre di scarsa manutenzione).
Ma non è solo un problema meccanico, perché la produzione di polveri nocive è superiore rispetto ai motori a benzina e questo porta a problemi ambientali. Ed è questo il motivo che sta portando a ripensare l'uso del Diesel. Un ripensamento che coinvolge tutti: legislatori, costruttori e municipalità. I consumatori invece, specialmente quelli italiani (paese in cui si vendono più auto con motori diesel al mondo), continuano a preferirli perché garantiscono consumi ed un costo alla pompa più bassi; anche se non più come prima a causa della sempre maggiore efficienza dei motori benzina e della sempre maggiore convenienza (soprattutto in termini di costo di acquisto) di vetture ibride.
Rimane il fatto che i marchi costruttori e le municipalità ormai li vogliono sostituire o bandire.
Ok l'ibrido in gamma e via il diesel dalle città
I costruttori ormai credono più nell'ibrido che nel diesel, per due motivazioni: rientrare con le emissioni nei limiti di legge per i diesel è sempre più difficile ed il costo dell'ibrido (sia nella produzione che nella vendita) si è sensibilmente abbassato, divenendo una scena valida e più profittevole.
Le municipalità di Parigi, Berlino, Londra, Città del Messico, Madrid, Atene, Monaco di Baviera, Barcellona e l'intera Norvegia vogliono generalmente bandirli entro il 2025, o comunque renderne sempre più costosa e difficoltosa la circolazione a causa delle alte emissioni dannose all'ambiente, ed altre realtà vogliono unirsi al gruppo. C'è anche da dire che dopo lo scandalo Dieselgate la fiducia dei consumatori è globalmente diminuita. Sarà anche la costruzione di una coscienza collettiva ed una grande organizzazione a poter rendere tutto questo reale, ma oggi come allora tutte le possibilità sono nuovamente aperte, e questa volta per il diesel le cose sembrano destinate a cambiare.