La guerra civile o di liberazione in Italia non trova tregua e né riappacificazione, il paese continua a essere diviso anche a distanza di decenni. Ultimo caso di questa perenne guerra tra i buoni e i cattivi, a seconda della parte politica di appartenenza, è la Storia di una bimba di appena 13 anni, Giuseppina Ghersi, considerata dall'associazione nazionale partigiani italiani una pericolosissima fascista.

La storia risale a 70 anni fa, eravamo sul finire del conflitto, l'odio aggiunto ai normali orrori della guerra stava devastando il paese, questa vicenda ne è un esempio, non il solo.

La bambina fu rapita da tre partigiani comunisti, fu segregata violentata e poi uccisa con un colpo alla nuca, la sua colpa: essere fascista, una pericolosa fascista a sentire l'ANPI.

A proporre la targa, che sarà inaugurata il 30 settembre, è il consigliere di centrodestra di Noli, Enrico Pollero, con padre partigiano. L'intento sembra lodevole a sentire il politico, quello di ricordare la storia uccisa senza motivo e creare i presupposti per una riappacificazione di un intero popolo.

Le reazioni dell'associazione dei partigiani lasciano perplessi, l'organizzazione ha protestato con fermezza esprimendo tutta la propria contrarietà all'iniziativa, ricordando che la vittima seppur una bambina si era schierata ed operava con accanimento al fianco di aguzzini fascisti che tanto dolore avevano provocato all'intero paese.

Si era alla fine della guerra in un contesto di violenza e brutalità che oggi rendono quell'azione incomprensibile. In virtù di ciò protesteranno in comune e presso la prefettura. Tutta la storia ha spaccato la sinistra locale, sarebbe interessante capire la posizione della galassia di sinistra a livello nazionale.

L'iniziativa del consigliere del centrodestra è appoggiata dal sindaco della cittadina del ponente ligure, medaglia d'oro della resistenza.

A favore si è espresso anche un dirigente in pensione della CGIL, Bruno Spagnoletto, chiedendosi come si possa giustificare l'esecuzione di una bambina di 13 anni.

Portare alla luce le tante storie come quella di Giuseppina Ghersi potrebbero solo far bene a questo paese, potrebbe essere finalmente intrapreso quel processo di riconciliazione nazionale tanto chiacchierato ma mai applicato forse perché non vi è alcuna convenienza politica affinché ciò accada.

Giuseppina Ghersi poteva anche essere una spietata militante fascista, quanto pericolosa a soli 13 anni tutto da dimostrare. Chiedere un processo, ottenuto da Ufficiali accusati di crimini contro l'umanità, forse era troppo visto che la guerra non era ancora finita ma perché segregarla stuprarla e poi uccidere?

Di fatto risultava essere una prigioniera, poteva anche meritare la morte, ma sarebbe dovuto essere un tribunale a decidere e sicuramente non avrebbe deciso di stuprarla prima di eseguire la condanna a morte. La guerra di resistenza fu una guerra eroica che riscattò moralmente questo paese, il difendere il comportamento di pochi partigiani, tutti dello stesso colore politico, infanga l'onore di quella grandissima maggioranza di uomini e donne che hanno lottato e sono morti per regalarci la libertà che godiamo oggi. La posizione dell'ANPI forse non fa onore a quei uomini.