Il var o la Var? Ecco, il nuovo strumento adottato dalla Serie A fa discutere già da qui. Lasciando stare questa piccola disputa, la discussione si sposta sul campo. Le polemiche, che non sono mancate fin dalla prima giornata, in questi giorni sono nuovamente d'attualità dopo quanto successo in Atalanta-Juventus. Il gol annullato ai bianconeri ha mandato su tutte le furie Allegri che nel dopo partita ha manifestato tutto il proprio disappunto nei confronti dell'utilizzo fatto del Var. La questione, infatti - già tirata in ballo da Buffon nelle scorse settimane - riguarda proprio l'utilizzo di questo nuovo strumento ancora in fase sperimentale.
Non volendo entrare nel merito delle polemiche sollevate dai tesserati bianconeri, a parlare restano i numeri dopo le prime sette giornate.
"Il Var in sette giornate ha riconosciuto un solo errore, confermato quattro decisioni arbitrali e apportato ventuno cambiamenti. Senza il Var queste ventuno decisioni avrebbero preso un'altra strada, e questo è l'unico discorso che tiene, il resto sono chiacchiere", questa l'analisi del presidente della Figc Carlo Tavecchio quando gli è stato chiesto di commentare le polemiche degli ultimi giorni. Ventuno cambiamenti, una media di tre a giornata - tutt'altro che pochi - eppure qualcuno ne mette in dubbio ancora l'utilità.
Si parla tanto della quantità di tempo perso e del fatto che inevitabilmente le partite finiscano col durare molti minuti in più rispetto al recente passato.
E' meglio una decisione corretta presa in ritardo o una decisione sbagliata presa subito? Si riduce tutta qui la questione. Se per fare terminare una gara senza errori arbitrali il match deve durare dieci minuti in più ben venga. Forse i detrattori del Var che tirano in ballo i minuti persi hanno già dimenticato quando una decisione dubbia provocava proteste prolungate che spesso sfociavano pure in cartellini gialli.
Da quando il Var è entrato a far parte della nostra Serie A, sui campi si vedono molte meno proteste. I giocatori sono ben disposti nei confronti di questo nuovo strumento e, spesso, accettano il verdetto del Var senza protestare ulteriormente.
Gli errori del Var fino a questo momento
Il Var è uno strumento ancora in fase sperimentale.
Va rivisto e perfezionato, ma per questo ci vorrà del tempo. Degli errori nelle prime uscite stagionali erano messi in preventivo e, puntualmente, non sono mancati. Un'altra premessa da fare, per chi non lo sapesse, è che l'interpretazione del Var è soggettiva. Ovvero, a decidere resta comunque sempre e solo l'arbitro.
La maggior parte degli errori fin qui è stata imputata al mancato utilizzo del Var - il fallo da rigore di Skriniar su Perotti in Roma-Inter o quello su Higuain in Atalanta-Juventus - più che a una decisione errata dopo che il direttore di gara è ricorso al suo utilizzo.
Come detto prima, si tratta ancora di uno strumento sperimentale, ma la strada intrapresa sembra positiva. Fin qui è stato più utile che dannoso, una volta rivisto e perfezionato potrà affermarsi come una delle più grandi rivoluzioni nella storia del calcio.
Tra i miglioramenti da apportare certamente dovrà esserci l'addestramento al corretto utilizzo da parte dei direttori di gara. Così da cercare di ottenere uniformità riguardo alle situazioni in cui è corretto ricorrere al Var ed evitare così altre polemiche sull'utilizzo che si fa di questo nuovo strumento.
Al netto degli errori e dei successi, gli italiani al momento sono divisi tra favorevoli e contrari. Vedremo se e quando il Var riuscirà a metterci tutti d'accordo.