A 26 anni Barbara bonansea ha coronato il sogno della sua vita: quello di giocare per la squadra di cui è tifosissima, la Juventus. In questo pezzo cercheremo di spiegare, anche grazie a qualche immagine, per quale motivo l'attaccante ex Brescia può diventare una delle più forti di sempre.

Le origini

Cresciuta nel Torino, a quel tempo una delle società di spicco del panorama femminile nazionale, Bonansea esordisce in prima squadra neanche 16enne (non è una cosa così strana, in realtà: considerato che il numero di praticanti in Italia è molto esiguo rispetto al resto d'Europa, emergere è particolarmente semplice) e con la maglia granata lascia già intravedere il suo enorme potenziale, "sporcato" dalla giovane età e da un fisico in via di sviluppo.

Il passaggio al Brescia

Nel 2012 si trasferisce al Brescia, che sotto la guida del presidente Cesari sta allestendo una squadra competitiva per contendere lo Scudetto alla Torres e al Verona. Sarà miglior quello il campionato in assoluto in termini di gol realizzati per Bonansea: 22 in 30 partite disputate. Non riuscirà più a raggiungere cifre simili, andando in doppia cifra la stagione successiva (10) e la 2016-2017 (12), ma il suo apporto fondamentale non si misura in termini di gol, ma di difese perforate, di scatti brucianti, di dribbling in velocità impressionanti. Difficilmente da trovare in una donna. Anche all'estero, dove il calcio vive di una luce diversa. Più splendente. Probabilmente uno dei suoi gol più belli, forse addirittura il più bello, lo segna in una partita decisiva: al "Vanni Sanna" di Sassari contro la Torres in una vera e propria sfida Scudetto.

Era l'11 gennaio 2014. Minuto 78: Bonansea riceve palla nella propria metà campo, e...giudicate voi.

Seguo il calcio femminile italiano e internazionale da cinque anni ormai, ho curato personalmente la trasmissione in Italia in TV in chiaro dell'Europeo della scorsa estate, ho visto le partite del Mondiale del 2015...non ho ancora mai visto una cosa del genere.

Devo dire che da subito, dalle prime partite del Brescia a cui ho assistito dal campo, ho capito che lì, in quel fisico apparentemente esile e fragile, risiedevano delle qualità atletiche non usuali. Non stiamo parlando delle supermuscolate tedesche o scandinave (che comunque qualche trofeo a casa l'hanno portato), ma di un fisico che probabilmente sarebbe più da quattrocentista che da calciatrice, soprattutto moderna.

Ma quella velocità, quel cambio di passo, anche quella sana indisciplina che contraddistingue le partite di Bonansea non le troverete da nessuna parte.

L'Europeo

Era attesa all'appuntamento continentale come una delle stelle della nostra Nazionale, in un girone complicato (Germania, Svezia e Russia), ma con una prospettiva interessante: vincere la prima partita contro le russe ci avrebbe garantito un piccolo vantaggio, da sfruttare in una delle successive due gare, contro Germania e Svezia. Purtroppo la tensione dell'esordio e una formazione palesemente sbagliata da parte del CT Cabrini ha permesso alle russe di andare al riposo sul 2-0, al termine di un primo tempo inguardabile da parte delle nostre ragazze.

Solamente nella seconda parte della ripresa l'ingresso di Girelli e Bonansea ha dato il via alla riscossa, conclusa a metà. Perdiamo 2-1, e così al 90% anche le speranze di accesso ai quarti di finale. Con la Germania giochiamo in modo più che onorevole, contro una squadra in difficoltà (sarà eliminata ai quarti) ma che ha a disposizione l'esperienza: finisce ancora una volta 2-1 per loro, e così siamo fuori. In quella partita Bonansea determinò l'assist per il gol del momentaneo pareggio di Ilaria Mauro

Contro la Svezia, nella terza partita, purtroppo inutile ai fini della qualificazione alla fase ad eliminazione diretta, Bonansea si inventa un altro assist, stavolta decisivo: il cross con cui serve Girelli sul secondo palo è meraviglioso

Abbandoniamo così l'Europeo con (molto) rammarico, perché la sciagurata formazione iniziale contro la Russia, a conti fatti, non ci ha permesso di accedere ad un quarto di finale che a posteriori, era molto più alla portata di quanto non sembrava all'inizio.

L'Europa, comunque, scopre una volta per tutte Barbara Bonansea.

Il passaggio alla Juventus

L'arrivo in Serie A femminile della Juventus spariglia le carte in tavola: i bianconeri "rastrellano" molte delle migliori calciatrici dalle altre squadre (soprattutto Brescia e Verona) per formare un roster immediatamente competitivo (d'altronde il motto di Boniperti vale anche per le donne...per chi non lo sapesse: "Vincere è l'unica cosa che conta"). Dal Brescia arrivano le torinesi (e juventine) Rosucci e Bonansea, oltre a Gama, che sarà il capitano, Cernoia e Salvai. La neo allenatrice Rita Guarino (altra torinese doc ed ex attaccante) la considera da subito elemento imprescindibile in avanti, e non potrebbe essere altrimenti.

Questo il secondo gol in Serie A con la maglia bianconera sul campo dell'Atalanta:

La crescita ulteriore

Che cosa manca a Bonansea per essere una supertop e, chissà, se vorrà anche ambire ad una chance importante all'estero (non perché debba andare via dalla Juventus, lungi da me dirlo)? Forse una maggiore continuità "caratteriale": come tutti i calciatori di talento tende un po' a "sedersi" dentro la partita, ad affidarsi talvolta esclusivamente al fatto che sa che, prima o poi, la giocata riesce. Questa, se da una parte la possiamo considerare una enorme capacità, perché "accendere un interruttore" non è mai semplice per uno sportivo, dall'altra può diventare un limite.

Perché non è detto che quel bottone funzioni sempre. Ecco allora l'ulteriore passo in avanti che deve fare Bonansea, e in questo il modulo che Guarino adotterà alla Juventus (4-3-3) potrà venirle sicuramente incontro. A differenza del 3-5-2 maggiormente utilizzato dall'ex allenatrice del Brescia (oggi alla Nazionale) Milena Bertolini, nel quale Bonansea ricopriva il ruolo di esterno a tutta fascia (con ovvi compiti difensivi che spesso ne limitavano la pericolosità in attacco: testimonianza ne è anche il ridotto numero di gol), da puro esterno d'attacco Bonansea è molto più sgravata, se non completamente, dai ripiegamenti. Questo significa che partire il più delle volte da oltre la propria metà campo la rende un pericolo costante per le difese avversarie, in considerazione del fatto che ha meno strada da fare per arrivare in area.

In più, la sua capacità di giocare con entrambi i piedi (è destrorsa, ma non disdegna anche il sinistro, questo la rende versatile per giocare su entrambe le fasce) rende la sua marcatura particolarmente disagevole per i difensori avversari: non sai mai da che parte andrà per il dribbling. Ci sono tutti gli ingredienti, quindi, per vedere sbocciare definitivamente uno dei più grandi talenti del calcio femminile italiano.