La ministra dell'istruzione Valeria Fedeli, negli ultimi giorni, è nuovamente al centro dell'attenzione sul web.

Numerosi sono gli articoli che, in questo anno, si sono susseguiti sulle varie testate giornalistiche e che la vedono protagonista, come quelli sui 24 crediti formativi per l'abilitazione all'insegnamento, il nuovo concorso FIT che ha sostituito il TFA e la lentezza delle università italiane ad attuare il nuovo programma istituito dalla Ministra.

Tuttavia, non sono le uniche notizie, infatti, recentemente una diatriba si è aperta su internet a causa di una lettera scritta dalla Fedeli al Corriere della sera, dove la donna, sottolinea l'importanza dell'uso della storia e sbaglia il congiutivo della proposizione:

"Un'ultima considerazione a proposito di costante aggiornamento, sarebbe opportuno che lo studio della Storia non si fermasse tra le pareti delle aule scolastiche ma prosegua anche lungo i percorsi professionali.

Questo se non vogliamo sentirci rispondere anche da un adulto: Hitler chi?".

La forma corretta del verbo che la signora Fedeli avrebbe dovuto usare è, ovviamente,"proseguisse"

Ma, il portavoce della ministra,Simone Collini, si assume la responsabilità dell'errore affermando di essere stato lui a lasciarsi sfuggire il giusto congiuntivo.

Sempre più frequentemente il Ministero dell'Istruzione sembra essere avvezzo alle sviste, poiché, questa estate, un'altra gaffe era stata commessa sul sito del Miur durante la pubblicazione delle tracce per gli esami di maturità, dove una "i" di troppo era finita nel plurale di "traccia" trasformandolo in "traccie".

L'argomento Scuola e la Ministra Fedeli, sono costantemente sulla cresta dell'onda, infatti, diversi focolai si sono accesi per contrastare il suo programma di riforma nell'istruzione, ne è un palese esempio l'evento che si è svolto circa un mese fa presso l'università Bicocca, dove la Fedeli teneva una conferenza sull'alternanza scuola – lavoro.

Gli studenti della facoltà di scienze della formazione della Bicocca, hanno fatto irruzione nell'aula magna durante il convegno, per contestare un verdetto del Consiglio di Stato che prevede la priorità nell'assunzione nelle scuole dei diplomati rispetto ai laureati. La polizia ha cercato di non fare entrare gli studenti nell'aula, ma con scarsi risultati.

Ulteriore argomento prediletto tra il popolo online è la carriera professionale della Fedeli e il fatto che non sia in possesso di una laurea. Appare bizzarro e alternativo che una Ministra dell' Istruzione non abbia conseguito un diploma di laurea e si occupi di prendere provvedimenti per i laureati.

I giovani sono sempre più demoralizzati dal nuovo concorso FIT, dai crediti da accumulare dopo anni di università nelle discipline antro- psico- pedagociche, dal tirocino della durata di tre anni retribuito solo quattrocento euro e, dulcis in fundo, dall' agevolazione per coloro i quali sono in possesso di un diploma piuttosto che di un titolo di laurea.

Sempre meno persone si iscrivono all' università e molti laureati abbandonano l'idea di intraprendere un lungo percorso poco remunerativo per ottenere l'abilitazione all'insegnamento.

Sembrerebbe che le cattedre siano nelle mani di chi, come la ministra stessa, non ha neanche una laurea.

Tuttavia, non bisogna sottovalutare la figura e la preparazione di un insegnante, poiché sono gli educatori che modellano le menti dei più giovani e pongono le basi del futuro della società.

Infatti, recentemente, sono state chiamate ad insegnare persone diplomate anni fa, i neo-laureati intanto sono costretti a dedicarsi ad altri mestieri.

A questo punto sorgono spontanee una serie di domande

Inanzitutto bisognerebbe chiedersi se il metodo e la preparazione di un semplice diplomato, sicuramente non aggiornato, possano sostituire quello di una Dottore in lettere, lingue, scienze della formazione o altro.

Inoltre, perché i diplomati salgono direttamente in cattedra e i laureati sono costretti ad anni di tirocinio?

Insegnare prevede una grande responsabilità, accendere le menti dei fanciulli, guidarli ad amare la cultura ed il sapere. Come potremmo invogliare i giovani a laurearsi e investire sullo studio, se oggi sono proprio quelli con il "pezzo di carta" la maggior parte dei disoccupati?

Intanto i furbi vanno avanti, nonostante le proteste e i misfatti evidenti. La Ministra Fedeli rappresenta l'Italia futura allo specchio, grazie alle sue riforme i ragazzi smetteranno di credere nella meritocrazia, nella cultura e nel futuro.

Quale sarà il prossimo errore del Miur?

Per questo Natale, si potrebbe organizzare una colletta per regalare un libro di grammatica a tutti i membri del Ministero.

Ma forse, è tutta una manovra politica della Fedeli per essere al passo con i tempi, per far sentire gli italiani, che a loro volta non conoscono la propria lingua, vicini ad una delle più onorevoli e alte cariche dello Stato.

Il nuovo singolo di Lorenzo Baglioni, "Il congiuntivo", fa ridere la maggior parte di noi mentre dovrebbe far riflettere su quanto siano gravi le lacune che, forse proprio il mediocre sistema scolastico e i vecchi docenti, ci hanno lasciato in eredità. Non si tratta di una canzone allegra, ma di una testimonianza di ignoranza diffusa e di una accusa verso un popolo incapace di ribellarsi a continui e gravi soprusi.

Tuttavia, ci auguriamo che il Miur ascolti il testo del tormentone del momento, qualora non avesse tempo, tra i mille impegni, di ripassare la grammatica.

Inoltre, per rassicurare la Ministra, siamo certi che non dimenticheremo mai la nostra storia e, soprattutto, chi guida l'Italia verso il baratro dell'ignoranza.