Un'immagine inquietante per Laura Boldrini. Dopo quello della presidentessa della Camera ritratta decapitata e sanguinante, un altro fotomontaggio, con protagonista Laura Boldrini compare sulle bacheche di Facebook. Reca la scritta "Giustizia per Pamela Mastropietro barbaramente uccisa e fatta a pezzi da una risorsa nigeriana amica della Boldrini"; l'immagine è quella di un'inquietante figura femminile, probabile rappresentazione della "risorsa nigeriana", nell'atto di applicare il "contrappasso dantesco" per aver voluto "farsi amici" tali tremendi popoli, alla presidentessa, stringendone il cranio con delle cesoie arrugginite.

Pressappoco immediato l'intervento dei Sentinelli che, spiega Luca Paladini, hanno già provveduto a segnalare il post ed il responsabile alle autorità. Laura Boldrini non è certo nuova a questo tipo di intimidazioni ed insulti. Da fake news a calunnie online la presidentessa non cede nella sua politica e anzi risponde con vigore, difendendo sé stessa e la sua famiglia da ogni maliziosa insinuazione.

La cosa su cui oggi vogliamo però soffermarci non è tanto la gravità di queste azioni, quanto il modus operandi di buona parte di esse. La piega che hanno preso queste aggressioni all'immagine, infatti, piuttosto che classici insulti e diffamazioni, stanno, quasi comicamente, diventando una sorta di simbologia rituale, più adatte all'uomo primitivo o agli stregoni voodoo che alla società moderna.

Emblematico è il caso del fantoccio, con le fattezze boldriniane, bruciato in piazza a Busto Arsizio, tra le grida e gli insulti della gente radunatasi per celebrare la festa tradizionale in onore della "gioeubia". Non è difficile tracciare parallelismi fra quest'evento e i primitivi rituali propiziatori, o ai malocchi delle culture africane.

Anche le immagini sopra discusse ricordano lo stesso modus operandi: l'illustrazione e l'esposizione pubblica dell'evento desiderato, come nelle pitture rupestri.

Cosa succede dunque?

Viene abbastanza semplice leggere una leggera ipocrisia in questo modo di accanirsi contro "l'amica dei selvaggi". Forse allora tutto quest'odio è frutto di una proiezione: come gli ebrei nella seconda guerra mondiale, ritratti dai tedeschi come avidi, lussuriosi e maliziosi, laddove questi erano in realtà la versione distorta e proiettata dei desideri del popolo della Germania, all'epoca in miseria.

Come i tedeschi al tempo, allora forse noi ora stiamo accusando gli immigrati di delitti che, tutto sommato, forse sono più le distorsioni dei desideri degli italiani, che nefandezze tipiche degli altri popoli: dal non fare nulla tutto il giorno ed essere, per questo, retribuiti, fino alla propensione ad imbrogliare e truffare. Sia come non sia, il nostro invito è quello di evitare di intraprendere simili campagne d'odio che, per il gusto di una protesta vuota e fuori contesto, possono portare, come nel caso citato all'inizio, a gravi ripercussioni.