Oggi gli studiosi cercano di dare risposte in ogni campo e uno degli studi più singolari riguarda l'atteggiamento umano nei confronti della vita extraterrestre. Ci si chiede come l'uomo potrebbe reagire sapendo con certezza che esistono altre forme di vita nell'universo e soprattutto come potrebbe affrontare un eventuale contatto con esse. Alcuni sondaggi mostrano che la maggioranza del popolo americano sarebbe felice di condividere lo spazio con altre forme di vita, più o meno intelligenti, mentre in altri Paesi la risposta è stata più cauta. E' emersa una certa dose di timore relativa al grado di somiglianza degli alieni con le forme di vita a noi conosciute.

Molti scienziati sono concordi nell'affermare che prima o poi incontreremo una forma di vita non appartenente al nostro pianeta e che la notizia potrebbe provocare il panico totale o potrebbe rappresentare una minaccia potenziale. Da anni si vocifera di scoperte di natura aliena mantenute segrete dai militari custodite gelosamente in qualche remoto hangar del deserto statunitense: sull'argomento sono stati tratti numerosi film di fantascienza ed altrettanti romanzi che hanno arricchito la letteratura fantastica degli ultimi decenni.

Lo studio degli psicologi

La reazione delle nostre menti, programmate dalla natura per reagire alla presenza di probabili predatori, è portata istintivamente a provare terrore se si immagina l'arrivo di alieni intelligenti e con una potenza tecnologica superiore alla nostra.

Diverso potrebbe essere l'atteggiamento se il contatto avvenisse solo con una forma di vita non meglio identificata. Alcuni psicologi dell'Università dell'Arizona hanno associato un software di analisi linguistica che registra le emozioni relative alla lettura di alcuni articoli riguardanti possibili scoperte di forme di vita extraterrestri.

Gli articoli vertevano su pianeti simili al nostro, a fenomeni siderali misteriosi e alla vita sul pianeta Marte. I risultati dello studio sono stati resi noti sulla rivista "Frontiers in Psycology" e mostrano come rispetto a questo tipo di eventi si pensa più alla scienza che al rischio, per cui l'uomo è positivo verso la novità, a meno che non abbia motivo di temere un danno per la sua vita.

Secondo il dott.Varnum, psicologo a capo dello studio, è normale temere una flotta di astronavi in avvicinamento alla Terra, mentre si apprende con curiorità il ritrovamento di microorganismi marziani.

I marziani sono microbi?

Secondo il parere del dott. Varnum e di molti astrobiologi, la forma di vita aliena più plausibile è proprio quella unicellulare, perchè capace di viaggiare nel cosmo; forse è questa la forma di vita aliena che un giorno potremo incontrare piuttosto che un alieno con capacità simili alle nostre. L'esperimento degli psicologi ha registrato la reazione di 500 americani dopo la lettura di articoli relativi ad una potenziale scoperta di microbi fossilizzati in meteoriti o alla creazione di forme di vita sintetiche nei laboratori.

In entrambi i casi le notizie sono state accolte in maniera positiva, soprattutto quella riguardante la scoperta di forme di vita extraterrestri. Per gli psicologi subentra una "forma di tranquillità" dovuta al fatto che la vita aliena non è considerata rischiosa, dal momento che ci sentiamo superiori ad essa sotto il profilo evoluzionistico. Se invece si parlasse di marziani che atterrano con le loro navicelle la risposta sarebbe totalmente diversa. Anche in aree dove la società è meno aperta e più xenofoba la risposta potrebbe essere differente: la vita aliena potrebbe essere percepita come negativa. Ciò significa che anche il livello di cultura sociale è un fattore determinante nel rispondere alla novità.

In USA, dove la maggioranza della popolazione discende dai pioneri "cercatori di novità", si ha una maggior apertura al nuovo con una conseguente trasformazione al livello della corteccia prefrontale, dove risiedono i circuiti della paura.