Recentemente ha fatto molto parlare di sé la triste vicenda di Mariam Moustafa, la 18enne italo-egiziana uccisa da una gang di 10 bulle. La tragedia è stata purtroppo alquanto strumentalizzata da parte di alcuni media mainstream e dal mondo della politica, che hanno utilizzato il terribile fatto per attaccare i critici dell'attuale immigrazione di massa. Il fatto è che si è sostenuto in tutti i grandi media che le violenze contro Mariam sono state di stampo razzista, intendendo con ciò che la giovane è stata presa di mira in quanto di origine nordafricana e le bulle presumibilmente inglesi.
Ma recentemente sono emersi altri particolari.
La rivelazione della sorella di Mariam: 'Ci odiavano e ci attaccavano perché bianche'
Come riportato da un articolo pubblicato sul sito web della testata giornalistica Leggo, la sorella di Mariam Moustafa ha rivelato il 'movente razzista' della gang di bulle. Andando maggiormente nello specifico, si tratta del fatto che la gang di bulle era composta principalmente da immigrate di colore che odiavano la stessa Mariam e la sorella in quanto viste come "troppo bianche". Inoltre, entrambe le ragazze venivano pesantemente insultate con epiteti sessisti per il loro vestire 'troppo all'occidentale'. Oltre a ciò, stando a quanto rivelato dalle 'Iene', una delle ragazze protagoniste dell'aggressione era gelosa dell'amicizia che Mariam aveva con un suo amico.
Il razzismo antibianco e il doppio standard dei media mainstream
Come già ricordato, inizialmente la vicenda di Mariam è stata alquanto strumentalizzata e si è parlato di 'emergenza razzismo' nell'Inghilterra post-Brexit. Ora che la verità è venuta a galla lo stesso 'movente razzista' non viene più menzionato, come se il razzismo contro i bianchi sia una tipologia di razzismo 'meno grave'.
Su tale questione, ci sarebbe da dire che è indubbio che non è il razzismo il movente prioritario in tale tragico episodio ma che, allo stesso tempo, è comunque presente e se ne dovrebbe almeno accennare.
Il fatto è che, nel nome della strumentalizzazione della cosiddetta 'cultura del politicamente coretto', si tende ad etichettare come 'razzista' qualunque atto grave compiuto contro un individuo di colore ma non il contrario, in quanto la 'vulgata dominante' in certi ambienti sostiene che la discriminazione e il 'razzismo antibianco' non esistano. Su ciò, si dovrebbe dire che invece si dovrebbe condannare qualunque tipo di razzismo e discriminazione, a prescindere dall'etnia di chi lo subisce.