Ai messaggi disinvolti e spregiudicati, tra macabro e sarcastico, siamo ormai abituati. Il panorama politico offre spesso e generosamente allegri siparietti che ben si prestano ad interpretazioni spesso raccapriccianti, per il tenore con cui i protagonisti tendono a comunicare le proprie posizioni alle masse.
Risale a qualche giorno fa il post apparso sulla pagina Facebook di Alessandro Di Battista, in cui l’ex deputato del movimento 5 stelle definisce Berlusconi “male assoluto del nostro Paese”, non mancando di alterare i principi della Costituzione e ironizzando: “L’Italia è una Repubblica fondata sul ricatto politico”.
Tutte posizioni accettabili e legittime, finché non si oltrepassano le banali norme del buonsenso e non si acquista consapevolezza della facilità con la quale certi messaggi possono essere veicolati. È il caso del consigliere comunale di Campagnola Emilia, Rajinder Singh, il quale, probabilmente colto da un incontrollabile calo delle facoltà mentali, ha ritenuto indispensabile comunicare la sua proposta risolutiva relativamente alla situazione in Siria.
‘Berlusconi, per risolvere la crisi in Siria, muori!’
Un post a dir poco scioccante, quello apparso sui profili Facebook e Twitter ”pubblici ma personali” del consigliere pentastellato. In linea con i toni per nulla pacati e spesso volgari dei colleghi (vedasi le recenti esternazioni del vicepresidente del Senato della Repubblica Paola Taverna), Rajinder Singh ha pubblicato un singolare augurio di morte al Cavaliere.
Letteralmente: “Berlusca, se vuoi risolvere tu la situazione in siria, muori è l’unico modo”, in cui la punteggiatura e l’assenza di maiuscole dove necessario rappresentano un orrore meno terrificante rispetto al “benaugurate” invito. Invito che ha provveduto eroicamente a cancellare non appena ha realizzato che troppe chiamate iniziavano ad arrivare al suo cellulare.
E non erano chiamate di cortesia.
Niente nemici in politica, solo avversari
"In Politica non possono esistere nemici, ma solo avversarsi”, ha dichiarato Galeazzo Bignami, neodeputato e capogruppo di Forza Italia al consiglio regionale, riferendosi all’incresciosa vicenda. In realtà, l’autore del post, raggiunto dai giornalisti della “Gazzetta di Reggio”, ha tentato un’estrema ridicola giustificazione, asserendo che il messaggio non sarebbe opera sua, ma frutto di un copia-incolla da fonti terze, non meglio specificate.
Difesa che, se anche fosse fondata, non sarebbe certo attenuante.
Chieste le dimissioni
Inevitabilmente, contro Rajinder Singh sono arrivate puntuali le richieste di dimissioni, a cui lui non intende prestare attenzione, poiché, come risulterebbe da un suo commento alla “Gazzetta”, “la bacheca Facebook di Rajinder Singh Jimmy è personale” e dunque non compromette lo status di consigliere comunale. “Si sta sollevando un polverone per nulla”, ha dichiarato nel frattempo l’interessato, “figuriamoci chiedere le mie dimissioni".