"Nessun veto, ma no alla fiducia. [...] L'esecutivo Di Maio-Salvini non segna la fine dell'alleanza di centro-destra". Come riporta Repubblica, così scrive Silvio Berlusconi: parole, queste, con le quali si concede il 'via-libera' alla rimozione di ogni ostacolo sul percorso di nascita dell'esecutivo Lega-M5S; che manifestano il ruolo ancora da top player nella Politica italiana del leader di Forza Italia; che dipingono un quadro surreale da fantapolitica per la prossima XVIII legislatura.

Do ut des

L'annuncio è arrivato ieri sera, poco dopo le 21, al termine di una giornata di fibrillazioni: con una nota di Berlusconi, si annuncia che Forza Italia non si opporrà alla nascita del nuovo esecutivo, ma neppure la favorirà.

Una sorta di posizione intermedia, quella espressa dunque dal comunicato, che in termini di dinamiche parlamentari significa questo: Forza Italia si asterrà dal votare la fiducia al nuovo governo, un'astensione che, nei nuovi regolamenti di Montecitorio e di Palazzo Madama, non equivale ad un 'voto contrario', ma neppure, propriamente, ad un 'voto favorevole'. Certo, per il 'mezzo-assenso' o 'mezzo diniego', Fi esigerà un contraccambio, nello specifico, come ipotizzava Repubblica ieri, nomi di ministri non sgraditi ai forzisti, soprattutto per quei dicasteri ritenuti da questi ultimi 'sensibili', come lo Sviluppo economico, l'Interno, la Giustizia. Ma anche la delega alle Comunicazioni, fondamentale per politiche non ostili (o direttamente propizie) alle aziende dell'ex-Cavaliere.

Uno statista?

Con questa 'mossa', Berlusconi si rivela essere, ancora una volta, un politico certamente astuto, 'consumato' come si dice. Non 'consumato' nel senso proprio della parola, ossia nient'affatto 'superato'. Perché, dopo più di vent'anni dalla sua 'discesa in campo', dopo quattro legislature (l'ultima delle quali ebbe effetti economici disastrosi sull'Italia, molto deleteri sull'immagine estera del Paese), e nonostante tutti i processi giudiziari del passato e del presente (alcuni per temi come prostituzione minorile e concorso esterno in associazione mafiosa), Berlusconi ha ancora sufficiente appeal elettorale e carisma politico per esercitare quell'influenza in grado di decidere delle sorti di un'intera nuova legislatura.

In grado, perfino, di crearne la sostanza futura. Ricorrendo ad una nota immagine dell'ex-segretario del Partito democratico, ora esponente di spicco di Liberi e Uguali, Pieluigi Bersani, si può dire: le macchie sulla pelliccia del giaguaro sono ben lungi dall'essere sparite.

Un quadro surreale

La posizione ambigua di Berlusconi e, dunque, di Forza Italia dipinge di tinte ambigue e di soggetti contraddittori da quadro surrealista lo scenario politico futuro.

Perché, in primo luogo, la "benevolenza critica" della quale parlava il governatore della regione Liguria ed esponente di peso forzista Giovanni Toti significa, appunto, che Fi voterà i provvedimenti legislativi del MoVimento 5 Stelle 'di volta in volta', sulla base della loro coerenza con il suo programma elettorale. Ma questo significa opposizione, ancorché opposizione 'responsabile'. Però Forza Italia è anche membro della coalizione che sarà al governo - nella persone giuridica della Lega -. Il centrodestra, dunque, sarà all'esecutivo e opposta anche all'esecutivo: come non si può avere un capogiro a leggere questo? Non solo: in quanto inevitabilmente all'opposizione, Forza Italia si troverà probabilmente sul medesimo terreno del Pd, del centrosinistra - all'opposizione, appunto -.

A dialogare quindi forse, in futuro, con il Partito democratico. Insomma: il centrodestra sarà al governo, ma anche all'opposizione e, là, potrà finire anche che dialoghi, e che dunque si allei, con il centrosinistra, la coalizione avversaria. Fantapolitica.