Indubbiamente, il docu-film Sexocracy ha spianato la strada a Loro 1 e 2 di Paolo Sorrentino, arrecando entrambi un rilevante contributo al mondo del Cinema e dello spettacolo ma anche a quello della rilettura politico-sociale.

Il docu-film

Sexocracy-L'uomo del Bunga Bunga, il celebre film documentario diretto dal regista Ruben Maria Soriquez e sceneggiato e prodotto (tramite la Innuendo) da Luca Redavid, alla sua uscita nel 2011 è stato visto da molti come la risposta a Videocracy di Erik Giardini. In realtà è fondamentalmente un qualcosa di unico e speciale, incentrato sia sull'ex premier Silvio Berlusconi che sul celebre agente dei vip Lele Mora, con l'obiettivo principale di rileggere i fatti, senza 'sbavature' di tipo politico, uscendo dalla 'gabbia' dorata di precomprensioni, analisi riduttive e altro ancora che troppo spesso non fanno che allontanare la verità da interpretazioni forzate o quantomeno eccessivamente viziate da analisi politiche troppo lontane dalla realtà.

Da Sexocracy a Loro 1 e 2

Nel docufilm in questione il vero baricentro è posto nei rapporti tra mondo dello spettacolo e della politica, a partire, almeno in parte, dalla biografia alquanto originale di Lele Mora, il tutto condito da una dettagliata quanto precisa serie di informazioni e da un adeguato e puntuale inserimento di immagini e documenti, senza mai giungere a dare giudizi o a lasciarsi coinvolgere emotivamente sul piano politico e/o sociale. In tutto questo ha una importanza a dir poco rilevante l'interpretazione della donna sul piano generale e, in primis, nel contesto dello spettacolo, in una situazione che vede nei giochi di potere il punto privilegiato per poter osservare lei e la sua sensibilità (mentre viene troppo spesso riduttivamente sminuita se non addirittura deturpata o annullata).

Sexocracy è comunque riuscito a entrare nel pianeta mediatico a testa alta. Basti pensare che per tanto tempo è stato nei Top 10 di iTunes, con un piazzamento per un lungo periodo addiritrura al primo posto tra i docufilm, mentre veniva selezionato tra i finalisti del New York Film Festival e scelto per il Life Film Festival di Los Angeles.

A tal proposito va dato il merito al regista ma anche allo sceneggiatore, Luca Redavid, direttore di All Casting Magazine nonchè a sua volta affermato regista, di essere stati in grado -sapientemente- di evitare l'inutile quanto sterile polemica politica, ponendo innanzi allo spettatore i fatti e lasciando a ciascuno la valutazione e l'interpretazione degli stessi.

In tal senso, rimandiamo i lettori alla pagina Facebook dal titolo Sexocracy, Il Film, per ogni ulteriore visione e rilettura ermeneutica. Detto questo, non è difficile ipotizzare il fatto che Paolo Sorrentino, che ovviamente conosce e frequenta i contesti di New York e Los Angeles, abbia subìto o almeno respirato un certo influsso dal docufilm Sexocracy, senza nulla togliere al grande maestro e al suo cast stellare, con un Tony Servillo nei panni di Berlusconi e sempre in stile Oscar, e una Elena Sofia Ricci che ha interpretato brillantemente il ruolo di Veronica Lario. In realtà Loro 1 e 2 hanno riportato non poche critiche, fosse anche solo per la strutturazione in due 'episodi' o per il contrasto tra Loro 1, dove si vede ancora un Berlusconi ilare e burlone, almeno in parte, con tanto di stornello al seguito (Apicella), e un Loro 2 dove l'ex premier sembra preso da tristezza e bilanci anticipati, ma resta il fatto che quando si dirige un film con la talentuosità di Sorrentino e con attori di così alto livello, il risultato, bene o male, è sempre di livello elevato.