A circa due mesi dalle elezioni politiche il nostro Paese è ancora senza un Governo. Al contrario di quel che si può pensare (e che spesso si dice i TV o si legge sui giornali, anche con toni allarmistici) l'assenza di un Governo all'indomani delle elezioni, tenuto conto che per affari correnti resta in carica il Governo Gentiloni, non costituisce un dramma. Il Belgio, qualche anno fa, è rimasto senza esecutivo per quasi due anni, senza che i cittadini valloni e fiamminghi ne sentissero granchè la mancanza. A volte, piuttosto che un Governo del fare (male) è meglio un Governo del fare poco o nulla.
L'aspetto più preoccupante è che l'attuale vuoto governativo, se dovesse perdurare, determinerebbe l'inevitabile aumento dell'IVA, con le conseguenti ricadute sui consumi. Non certo il massimo, per un Paese come il nostro, che ristagna quando non è in recessione
Impossibile salvare 'capra e cavoli'
La "quadratura del cerchio", tuttavia, sembra lontanissima. Questo per la semplicissima ragione che alle ultime elezioni si sono fronteggiate coalizioni artificiose, il cui comune denominatore era ancora l'appartenenza al campo del Centro-destra o al campo del Centro-Sinistra, quando ormai Destra e Sinistra non esistono più in tutta Europa. Non che ciò sia un bene, tutt'altro. Ma è un fatto di cui non si può non tener conto.
In tutta Europa, da anni, i partiti di Destra e quelli di Sinistra hanno adottato le stesse politiche economiche liberiste, imposte dall'UE, rendendosi praticamente indistinguibili agli occhi degli elettori. Il che ha segnato, tra l'altro, il tramonto dei partiti socialisti, che hanno rinunciato quasi dovunque alla loro vocazione maggioritaria per ridursi a fare da "ruota di scorta" al fronte opposto, formando Governi di c.d.
grande coalizione. Anche in Italia, d'altro canto, la modifica della legge elettorale in senso proporzionale avrebbe dovuto consegnare al Paese un Governo PD - Forza Italia. Ma si sa che il Diavolo fa le pentole, ma non i coperchi. L'unico, residuale, aspetto che ancora differenzia la Destra e la Sinistra è il diverso atteggiamento dell'una e dell'altra rispetto ai diritti civili, un tema, peraltro, che interessa, tutto sommato, solo ad una minoranza di elettori e che non gode di grande popolarità soprattutto oggi, in un periodo di grave crisi economica.
Le forze anti-sistema
Ecco, dunque, che l'unica alternativa alle politiche liberiste è rappresentata solo dalle forze politiche anti-sistema, che si annidano tanto a Destra quanto a Sinistra. Piaccia o non piaccia, la vera alternanza possibile, in quasi tutta Europa, è solo tra i partiti dell'establishment e i partiti o movimenti anti-establishment. In Italia, i partiti anti-sistema (continuamente denigrati come "populisti") sono la Lega da una parte e il Movimento 5 Stelle dall'altro. Entrambe le forze politiche hanno avuto un rilevante successo elettorale che però non è spendibile perchè la Lega di Salvini, in particolare, è intrappolata in una coalizione di Centro-destra da cui non intende sganciarsi per un puro, anche se comprensibile, calcolo politico.
In realtà, è evidente (anche alla base elettorale grillina, che difficilmente potrebbe "digerire" un'alleanza d'altro genere) che la Lega di Salvini, di fatto, è molto più vicina al Movimento 5 stelle che a Forza Italia, riposizionato da Berlusconi, per ragione tattiche, su posizioni centriste ed europeiste. Insomma, l'ipotesi, auspicata (oltre che, e neppure troppo di nascosto, dai rispettivi leaders) anche dalle cancellerie Europee, di un governo tra il PD di Renzi e il partito di Berlusconi è stata sonoramente bocciata dagli elettori. Ma il matrimonio tra la Lega e il Movimento 5 stelle (che sicuramente sarebbe da salutare come una rilevante novità perchè sancirebbe, per la prima volta in Europa, la vittoria delle forze anti-establishment) non s'ha da fare e, probabilmente, non si farà per l'incapacità di una classe politica di interpretare la volontà dei propri elettori, che hanno dimostratato, ancora una volta, di essere molto più avanti, nella comprensione dei cambiamenti politici e sociali, dei loro rappresentanti.
Questo è il vero punctum dolens, più che l'assenza di un Governo quale che sia. Il mancato rispetto della volontà degli elettori che, alle urne, si erano chiaramente espressi per la nascita di un Governo di radicale cambiamento.
Non per un Governo di un colore politico o di un altro.