I rapporti tra Matteo Salvini e Luigi Di Maio si sono decisamente incrinati, dopo gli accordi che hanno funzionato alla perfezione per scegliere le presidenze di Camera e Senato. Il leader del M5S ha dismesso i panni di 'fornaio', onestamente poco consoni alla luce del risultato. Matteo Renzi ha fatto probabilmente 'saltare il banco', anche se dobbiamo ammettere che l'intervista televisiva non ha certamente offerto spunti clamorosi, ma quelli che l'ex premier va ribadendo dallo scorso 5 marzo, day after elettorale: "Il PD sarà all'opposizione perché gli italiani hanno scelto così.
Non c'è nessuna possibilità di un governo con i Cinque Stelle perché siamo opposti, sui temi e sui programmi". Renzi aveva comunque rilanciato sulla possibilità di un 'governo istituzionale', con la partecipazione di tutte le forze politiche nell'obiettivo comune di cambiare quantomeno la legge elettorale. Perché se si tornasse al voto tra qualche mese con l'attuale sistema, è difficile ipotizzare un risultato diverso da questa matassa.
Le mosse di Salvini
Non lo ammetterà mai, ma dopo le parole di Matteo Renzi avrà certamente tirato un sospiro di sollievo. Visto che il secondo forno pentastellato è praticamente chiuso, a meno di cataclismi in direzione PD il 3 maggio, Matteo Salvini riprende la sua partita a scacchi e cerca di arrivare all'obiettivo governo in tre mosse.
La prima è quella di dare forza ad alcune indiscrezioni di questi giorni, sull'ennesimo mandato esplorativo che stavolta il Presidente della Repubblica potrebbe concedere al leader della coalizione più votata (leader ufficioso, sancito comunque dai risultati delle urne, ndr). "Pre-incarico? Attendiamo che Mattarella decida", ha commentato in tal senso.
La seconda è quella di rassicurare i suoi elettori escludendo di fatto un dialogo con il PD nella formazione di un governo. La terza è quella di tendere nuovamente la mano a Di Maio. "Siamo a disposizione per sederci attorno ad un tavolo e discutere di riforme: dalle pensioni al lavoro, dal fisco alla scuola. In attesa di un governo, diamo almeno lavoro alle commissioni parlamentari, iniziando a far eleggere presidenti e vice presidenti.
La volontà della Lega è quella di lavorare per dare risposte concrete agli italiani". Tra le riforme che Salvini intende discutere, allargando il discorso a tutte le forze politiche, c'è ovviamente quella elettorale. "Prendiamo l'attuale legge aggiungendo due righe sul premio di maggioranza".
Di Maio: 'Basta prendere in giro gli italiani'
Ma la fase collaborativa del M5S sembra definitivamente chiusa o, per essere più precisi, non si è scostata di una virgola. Il M5S non dialogherà con una coalizione politica che prevede la presenza di Silvio Berlusconi. "Al bene del Paese, Salvini ha preferito Berlusconi. Incredibile, dopo essere stato umiliato al Quirinale quando ha dato microfono alla 'voce del padrone.
La nostra idea non cambia, il M5S considera impossibile fare un governo del cambiamento con Berlusconi ed il centrodestra; Salvini che continua a proporre questa soluzione prende in giro gli italiani. Da parte nostra - conclude - sono oltre 50 giorni che proviamo a dare un governo al Paese e lo facciamo con coerenza di ciò che abbiamo sostenuto in campagna elettorale. Non rinunciamo ai nostri valori, ma siamo disponibili a far partire un governo vincolato da un contratto: è la nostra volontà, da sempre".
Il PD sguaina i 'lunghi coltelli'
Intanto è caos ulteriore all'interno del PD, dopo l'indiscrezione circolata nelle ultime ore in merito a presunti numeri che, nella direzione del partito prevista per il 3 maggio, finirebbero per far prevalere l'area favorevole ad un governo con il M5S.
"Si tratta di un bluff", avrebbe detto Renzi ai senatori con cui si è intrattenuto dopo l'assemblea del gruppo a Palazzo Madama. Spunta anche un documento proposto da Lorenzo Guerini e dai renziani. "Niente conte in direzione - è la sostanza della nota - perché lo stallo politico è colpa di chi le elezioni le ha vinte. Favorevoli al confronto, ma nessuna fiducia ad un governo Di Maio o Salvini". Il documento conterebbe già la firma di 77 deputati su 105 e di 39 senatori su 52. La contromossa della corrente 'non renziana' sarebbe quella di chiedere il voto sul mandato dell'attuale reggente, Maurizio Martina, fino all'Assemblea nazionale".