La panchina di Eusebio Di Francesco traballa non poco. A ben guardare non è facile fare un bilancio della stagione della Roma edizione 2018-2019, tante e tali sono state le sue contraddizioni finora. La squadra ha inevitabilmente pagato (ed era ampiamente prevedibile) le cessioni eccellenti di pezzi da novanta come i vari Alisson (divenuto una colonna del Liverpool di Klopp), Naingollan (che ha raggiunto Spalletti all'Inter), Strootman (anche se quest'ultimo a Marsiglia sta faticando non poco). La Roma che verrà, quella che sarà ricostruita a partire dal calciomercato di gennaio 2019, sarà certamente molto diversa e non è nemmeno da escludere la partenza di uomini chiave come Dzeko o Manolas, che alla lunga potrebbero stancarsi di non avere reali prospettive di vincere qualcosa di importante nella capitale.

La pista Conte non è più credibile

Non sembra più verosimile che il nuovo tecnico della Roma possa essere l'ex Juve e Nazionale Antonio Conte. Con l'avvento di Marotta all'Inter molte cose sono cambiate, perché l'eliminazione dei nerazzurri dalla Champions League ha evidentemente indebolito la posizione di Luciano Spalletti. Chi potrebbe quindi essere il nuovo allenatore della Roma? La società non dimostra curiosità per un avanzamento in prima squadra del padre di De Rossi, valutando piuttosto "minestre riscaldate" come Montella o elementi come Blanc o Paulo Sousa, che certo non scalderebbero più di tanto il cuore della tifoseria. Già, i tifosi: sono loro le vere vittime di questa situazione.

Si fatica a ricordare l'ultimo trofeo alzato nel cielo della capitale. Eppure questi tifosi meriterebbero molto di più per il loro grande attaccamento a questi colori. E se il nuovo allenatore fosse un colpo a sorpresa che nessuno immagina? Tutto può accadere a questo punto.

La gestione Pallotta ha deluso

La cosa più grave è che la gestione americana, che tante speranze aveva suscitato, per ora ha sostanzialmente deluso le aspettative.

Lo stesso Pallotta non è soddisfatto e addirittura si dice volesse cambiare tecnico dopo l'amara sconfitta di Bologna. Con lui la Roma ha raggiunto la semifinale di Champions League che mancava addirittura dal 1984, ma intanto si continua a non vincere, nemmeno quelle Coppa Italia o Supercoppa che erano diventate una costante e una consolazione ai tempi di Spalletti e della gestione di Rosella Sensi.

Le enormi difficoltà nella realizzazione del famoso stadio di proprietà hanno poi messo i classici bastoni tra le ruote a una proprietà che aveva un business plan ben preciso da realizzare. Non aveva però fatto i conti coi tempi lunghi della burocrazia italiana e le sue infinite trappole.