La sensazione che si ha affrontando i granata è quella di trovarsi di fronte ad un vero e proprio esercito, guidato da un generale ineccepibile.
Fortezza invalicabile
La difesa a 3 è il marchio di fabbrica del mister, ma applicata al Torino risulta solida ed efficace come forse non lo era mai stata. Si dice spesso nel calcio che una squadra forte parta dalla difesa, dunque i granata hanno senza dubbio gettato le basi per diventarlo. Nkoulou e Izzo (eccezion fatta per qualche rara disattenzione) rappresentano una sicurezza, due difensori centrali maturi e combattivi, molto difficili da superare.
Il giovane Lyanco (ora in prestito al Bologna) ha davanti a sé un futuro radioso, un ragazzo dalle qualità interessanti e dal potenziale enorme. Djidji, o all'occorrenza l'esperto Emiliano Moretti, completano attualmente il reparto arretrato, che riesce a concedere veramente poco a qualunque avversario. Si tratta inoltre di un team che ha nei difensori i primi costruttori di gioco, infatti questi si disimpegnano molto bene sia nella costruzione bassa che nei lanci lunghi.
Un portiere di ottimo livello come Salvatore Sirigu, è la bussola di un reparto compatto e coeso, in grado compiere parate decisive nei momenti più complessi. Contro l'Udinese è riuscito a parare un rigore non banale, salvando il risultato che vedeva il Torino in vantaggio.
Estremo difensore che è il baluardo del pacchetto, una 'saracinesca' che neutralizza la maggior parte dei tentativi "nemici'.
Gioco semplice ed efficace
A centrocampo la giocata più frequente é la palla data sull'esterno, per cercare cross tagliati che possano creare insidie dentro l'area di rigore. I granata tentano sempre di portare almeno quattro uomini nell'area avversaria al momento del traversone, in modo da risultare particolarmente pericolosi creando densità.
Una grandissima risorsa sono le due mezzali, abili negli inserimenti da dietro e nei tiri da fuori. Il Torino è infatti la squadra di Serie A che ha segnato più gol tramite le conclusioni dalla distanza. Formazione molto abile a coprirsi: come dichiarato recentemente da Armando Izzo, gli attaccanti sono anche i primi difensori.
Con grande spirito di sacrificio, punte e centrocampisti sanno dedicarsi per molti minuti alla chiusura delle linee di passaggio, al fine di riconquistare la sfera. La ripartenza successiva al recupero del pallone può rivelarsi 'devastante', perché viene condotta con abilità e velocità sfruttando sapientemente gli spazi che si creano. Altro compito degli attaccanti è quello di fungere da torri, per giocare di sponda sui lanci degli uomini più arretrati, quando la costruzione bassa non riesce per via della pressione avversaria. Il Toro condisce tutto questo con un'aggressività tipica di chi non molla mai, abbinata ad un pressing asfissiante che difficilmente concede tregua a chiunque abbia di fronte.
Una compagine che sembra lo specchio perfetto del proprio allenatore, che non abbandona mai grinta e tenacia per guidare e incitare i suoi ragazzi.
Concentrazione, cinismo, continuità
Il primo problema è che questa formazione è soggetta ad alcuni 'blackout' (anche se raramente), causati da dei cali repentini di concentrazione. Un esempio è dato dal pallone perso in costruzione da Nkoulou contro la SPAL, col camerunense che è stato poi costretto a farsi espellere, dovendo fermare fallosamente l'avversario diretto verso la porta di Sirigu. Disattenzioni da evitare, se si vuole giungere al salto di qualità ulteriore.
In secondo luogo, in certe occasioni manca il cinismo, qualità che consente di chiudere alcune partite che si merita di vincere, oppure di strappare punti seppur con sofferenza.
L'Udinese sabato scorso è andato vicino a riaprire il match, nonostante non lo meritasse affatto. Come ammesso da capitan Belotti, la mancanza di cattiveria sotto porta può diventare un demerito, specie quando finisce per incidere negativamente sul risultato finale. Queste due componenti fuse insieme potrebbero portare alla 'terza ', quella della continuità. Probabilmente per entrambi i motivi (cali di concentrazione e mancanza di cinismo), il Toro passa da prestazioni memorabili ad altre da dimenticare con fin troppa facilità. Così, se il fine settimana precedente dà l'impressione di potersela giocare con chiunque, quello successivo appare ridimensionato, finendo per perdere punti con squadre pienamente alla sua portata.
Se i granata di Walter Mazzarri limeranno queste imperfezioni, potranno togliersi enormi soddisfazioni anche nel futuro più prossimo. Il mister è stato perfetto nello spiegare che si tratta di un anno di costruzione, fondamentale per acquisire la mentalità che conduca ad un livello superiore.