Negli ultimi giorni il termine 'Catcalling' è tornato a ripopolare dibattiti e argomentazioni, riaffrontando una delle battaglie più delicate (e banalizzate) del mondo femminile. Ad oggi c'è chi ritiene si tratti di una vera e propria violenza verbale, che in alcuni casi può avere risvolti fisici, altri invece non danno minimamente peso alla questione.

In cosa consiste il Catcalling?

Il Catcalling è una molestia di strada da parte di estranei, avviene principalmente ai danni delle donne, in aree pubbliche quali centri commerciali, centri urbani o periferici, strade, parchi, piazze e luoghi di ritrovo pubblici.

Le donne ne vengono colpite in maniera sensibilmente più frequente, ma le molestie di strada possono essere ampiamente volte ad altre categorie sociali (persone gay, trans e disabili), e non esclude neppure che le vittime possano essere degli uomini. Chiunque può esserne vittima.

Le modalità sono differenti e comprendono: fischi, urli, provocazioni, schiamazzi, suonate di clacson, apprezzamenti indesiderati, commenti sessisti e volgari, offese e gesti intimidatori. La vittima si sente impotente, a disagio, vulnerabile, turbata e persino spaventata a seconda della situazione e del molestatore. Molte donne hanno testimoniato contro questo fenomeno ammettendo di "sentirsi sporche" e private della propria libertà di indossare ciò che vogliono e di uscire sole da casa.

Social e Catcalling: diverbi pubblici su Instagram

Alcuni personaggi si sono distinti denunciando apertamente questa problematica, utilizzando stories, dirette e post sui social. La prima su tutti è Aurora Ramazzotti, figlia del cantante Eros Ramazzotti e della conduttrice televisiva Michelle Hunziker, la quale tramite le proprie stories di Instagram ha denunciato le provocazioni sessiste ricevute durante un'attività di jogging in un parco.

Aurora si è detta schifata per questi spiacevoli eventi e rivolgendosi idealmente agli ascoltatori che assumono questi comportamenti ha affermato: "Mi fa schifo: e se tu che stai guardando questa storia fai una cosa del genere, sappi che fai schifo!". Ha anche sottolineato il fatto di non sentirsi sicura e di sentirsi giudicata anche quando si veste con abiti più coprenti.

L'influencer e youtuber Damiano 'Er Faina', in disaccordo con quanto detto da Ramazzotti, ha risposto con delle stories contestando: "Per due fischi Catcalling? Io non so dove andremo a finì.. Ma se uno te fischia e ti dice 'A bella!' vattene e ringrazia!". Er Faina non considerando di star sminuendo una situazione che crea disagi a numerose persone, è stato attaccato e criticato aspramente dal pubblico social, di fatti dopo gli attacchi ha deciso di chiedere pubblicamente scusa alle donne vittime e successivamente ha ammesso di aver sbagliato, pubblicando un post su Instagram. Altri personaggi sono intervenuti sostenendo Aurora, come l'opinionista Tommaso Zorzi e l'attrice Vittoria Puccini, la quale ha testimoniato la propria esperienza.

Reato o no?

Nonostante quello del Catcalling sia un argomento ricorrente, ad oggi non esistono norme a tutela delle vittime; il fenomeno è attualmente argomento di dibattito similmente ad altre questioni analoghe, ma non vede ancora segni concreti di evoluzione. Stando a quanto evidenziato dal sito 'La legge per tutti': "Il Catcalling, di per sè, non costituisce un reato. Non esiste una norma di legge che punisce questo tipo di condotta: "Esiste un'ipotesi di reato che sembrerebbe potersi adeguare anche al Catcalling. Il riferimento è al reato di molestia o disturbo alle persone". Inoltre secondo il Codice Penale: "Chi, in un luogo pubblico o aperto al pubblico, reca molestia o disturbo, è punito con l'arresto fino a sei mesi o con l'ammenda fino a 516 euro".

Per poter ricorrere a questo tipo di denuncia è però necessario che il disturbo sia percepibile anche da altri soggetti presenti al momento dell'accaduto (turbamento dell'ordine pubblico). La speranza è quindi che il fenomeno del Catcalling venga integrato alla legge in questione, diventando punibile come reato.

Mentre nel nostro Paese il fenomeno non è ancora considerato come un reato perseguibile, in altri Paesi come Francia, Portogallo, Stati Uniti (USA), Belgio e Perù, sono previste delle sanzioni effettive.