La Vecchia Signora sembra aver perduto lo smalto dei tempi migliori, ed essere sprofondata in un limbo che la trascina proprio come i gironi danteschi, spesse volte all'Inferno e poi le permette di arrampicarsi e godere di un barlume di luce in Purgatorio. Ma quando la luce in fondo al tunnel per tornare ad abitare il Paradiso che le compete?

Il gioco non soddisfa, il bilancio preoccupa e i tifosi sembrano scoraggiati dai risultati che tardano ad arrivare

Tra gli spalti dello Stadium, l'aria che tira sembra trasudare scoramento e disincanto da parte di una tifoseria, quella juventina, che è legatissima alla propria squadra del cuore, e che riesce a fatica a credere a una crisi tanto pesante dopo anni di trionfi italiani e un po' meno internazionali.

Il gioco della squadra allenata da Massimiliano Allegri, non sembra soddisfare gli spettatori della Juve, con una formazione che lancia messaggi confusi e pallidi rispetto a un assetto stabile e capace di affrontare e vincere contro grandi squadre, ma anche e soprattutto contro le cosiddette piccole, senza soffrire però.

In questo inizio di stagione, le prestazioni nelle gare che contano al cospetto delle altre contendenti del campionato o nelle sfide di Champions League, hanno dimostrato una profonda discontinuità da parte dei ragazzi guidati dal tecnico livornese, destinata a impensierire non poco i tifosi per il prosieguo delle competizioni ufficiali. Il capitolo bilancio, poi, merita un discorso a parte, in cui i conti, nonostante un cospicuo aumento di capitale del valore di quasi 400 milioni di euro, non possono fornire grandi garanzie di potenziamento dell'organico, nemmeno per il mercato di gennaio, rimanendo da sanare un debito di 209 milioni di euro.

Ma è pur vero che da un allenatore che ha firmato un contratto quadriennale da 9 milioni di euro netti a stagione ci si aspetta il massimo dell'impegno per risollevare le sorti di una annata partita male. La contestuale pressione che grava sulla Juve si taglia con un coltello, come una coltre di nebbia tanto densa da offuscare le idee.

Resta il dovere di provare a rendere il più confortevole possibile le convivenze tra giocatori fondamentali e poco congeniali gli uni agli altri come tra Locatelli e Arthur e Dybala e Chiesa. Le attese per la campagna acquisti invernale, tuttavia, riguardano l'affare Vlahovic, ma bisognerà inventarsi il metodo meno indolore per attingere alle risorse di capitale messo a disposizione per la società di Andrea Agnelli.

Il rendiconto al netto di dieci partite disputate vede la Juventus con 3 sconfitte e 3 pareggi: alle disfatte casalinghe con Empoli e Sassuolo, va a sommarsi anche quella contro il Napoli. Inevitabile paragonare il rendimento delle prestazioni avute quando in panchina sedevano Maurizio Sarri e Andrea Pirlo che dopo 10 giornate dall'inizio del campionato, avevano maturato rispettivamente 11 e 5 punti in più di Max Allegri. Intanto domani pomeriggio alle 18 i bianconeri sono attesi dalla complicata trasferta di Verona nella speranza di ritrovare la stabilità perduta.