Spider-Man: No Way Home è letteralmente la chiusura di un cerchio. Il film diretto da Jon Watts e prodotto dai Marvel Studios e da Sony Pictures rappresenta la fine di un ciclo e l'inizio di uno nuovo, come le fasi a cui l'ormai ultradecennale Marvel Cinematic Universe ci ha abituati da anni (attualmente siamo all'inizio della fase 4). Quindi, come tutti i cicli, si ha una vera e propria morte e rinascita dalle proprie ceneri del simbolo che è diventato questo personaggio in quasi sessant'anni di storia. Ma è bene andare con ordine.

Spider-Man è molto più di un personaggio in costume stampato su carta.

Si tratta di una vera e propria icona della cultura pop. Che fin dalla sua prima apparizione sul numero 15 della collana Amazing Fantasy, destinata a chiudere di lì a poco, ha avuto un carattere ed uno scopo formativi per intere generazioni di lettori di fumetti. Prima apparizione, quella del tessiragnatele, che ebbe luogo nel 1962 edito da Marvel Comics ad opera della prolifica penna di Stan Lee (al secolo Stanley Martin Lieber) e della matita del disegnatore Steve Ditko.

Correva l'anno 2002. Gli Stati Uniti d'America si stavano appena rialzando dopo un'immane tragedia che li aveva colpiti, dopo che quei due aerei dirottati avevano colpito in pieno le Torri Gemelle del World Trade Center di New York City in quel fatidico 11 settembre 2001, che di lì a poco avrebbe cambiato per sempre il corso della storia contemporanea.

Proprio quell'anno, poco prima, fu rilasciato un trailer di un film. Un film che in seguito, sarebbe arrivato, senza esagerare, a fare letteralmente la storia del Cinema, amato ancora oggi dopo quasi 20 anni dalla sua uscita nelle sale. Il trailer mostrava una rapina in banca, con conseguente fuga in elicottero tra i grattacieli di New York; l'elicottero, però, rimaneva impigliato in una ragnatela gigante, situata tra le due Torri Gemelle.

Il suddetto trailer fu in seguito rimosso dal web e dai cinema proprio dopo l'attacco terroristico a New York dell'11 settembre. Quel film era Spider-Man.

Furono ritirati anche dei poster promozionali che ritraevano l'eroe arrampicato proprio tra le Torri Gemelle. Sia il trailer che il poster possono essere facilmente trovati su Internet.

Spider-Man di Sam Raimi, un film che ha fatto scuola

Spider-Man fu un grande successo commerciale e divenne il film più veloce a raggiungere i 100 milioni di dollari.

Il film uscì negli Stati Uniti e in Canada il 3 maggio 2002. Esso riuscì all'epoca ad incassare più di 820 milioni di dollari in tutto il mondo.

Spider-Man vent'anni dopo: cos'è cambiato

Oggi, a poco meno di 20 anni di distanza, nelle sale abbiamo Spider-Man No Way Home, pellicola uscita in Italia il 15 dicembre 2021 e destinato a farci compagnia per tutte le feste natalizie. Essa è la ventisettesima pellicola appunto della maxisaga cinematografica del Marvel Cinematic Universe, e vediamo ritornare nei panni dell'amichevole ragno di quartiere l'attore inglese Tom Holland, già visto in Captain America Civil War e nei due capitoli precedenti della trilogia.

Inoltre, torna anche Benedict Cumberbatch nei panni del mistico Dottor Strange.

Il film, come detto, è diretto da Jon Watts, regista strappato letteralmente di peso dal panorama indipendente che vanta all'attivo attualmente 5 film, tra cui il suo film d'esordio Clown, un horror non proprio riuscitissimo in toto, e Cop Car, un thriller poliziesco con un Kevin Bacon in stato di grazia e rivelatosi, al contrario del film precedente, uno dei suoi migliori lavori.

Regia e fotografia in Spider-Man No Way Home

La regia di Watts, seppur di qualche gradino inferiore a quella di un grande maestro, come accennato prima, come Sam Raimi, risulta essere molto pulita e abile nel non riempire troppo lo schermo con la (abbondante) cgi presente all'interno della pellicola.

Per non parlare delle scene d'azione e del ritmo super frenetico che non lascia un attimo di tregua e a non far pesare minimamente i 148 minuti di durata complessiva del film. Qualcosa di abbastanza raro all'interno del panorama dei moderni cinecomics [VIDEO].

Inoltre è bene menzionare anche la fotografia, in Spider-Man No Way Home, che è prevalentemente molto calda e armoniosa e riesce appunto a non far cozzare troppo brutalmente la computer grafica ai volti degli attori, riuscendo anzi a valorizzarli al meglio.

Grande piano editoriale e forza narrativa

Una programmaticità, saggezza e capacità di utilizzare sapientemente le risorse a disposizione, letteralmente da spavento. Si tratta di un progetto editoriale pensato e portato avanti con una maestria senza precedenti.

Il tutto, riuscendo anche a divertire non poco ed a rimanere abbastanza fedeli al materiale fumettistico originale (lasciando stare il fatto che praticamente Spidey venga ogni volta reinterpretato dallo scrittore di turno per un'altra generazione, ma quello è un altro discorso).

Colpi di scena da rimanerci letteralmente di stucco, camei imperdibili e una forza narrativa e capacità di tenere le redini del tutto incredibile. C'è qualche piccola leggerezza e caduta di stile in certi momenti, ma nel complesso ci si può tranquillamente soprassedere. Jon Watts non sarà certo Kubrick o Michael Mann, ma riesce a fare il suo sporco lavoro egregiamente.

Nonostante il film sia parte integrante di una saga ormai ultradecennale, iniziata nell'ormai lontano 2008 con l'Iron Man di Jon Favreau con Robert Downey Jr.

a prestare il volto al personaggio principale, Spider-Man: No Way Home riesce a camminare sulle proprie gambe e a non farsi inghiottire dalla filosofia super consumistica del "tutto e subito" appartenente in toto all'epoca social di cui è figlio, nella quale tutte le informazioni del mondo sono disponibili a tutti con un semplice click. Dimostrando, quindi, che un cinema di sano intrattenimento e fatto con tutti i crismi del caso sia comunque possibile da realizzare, oggi come vent'anni fa.