L'ormai ex tabella h, quel fondo della regione Sicilia destinato a tutti quegli enti caritatevoli, nel corso di questi mesi era stato rimodulato e i destinatari del fondo erano stati cambiati in corso d'opera. Alcuni degli storici fruitori del fondo come il Centro Padre Nostro e il Banco Alimentare non sono rimasti con le mani in mano e hanno impugnato la decisione della Regione, facendo ricorso al Tar. Ad oggi la notizia che il tribunale amministrativo gli ha dato ragione e ha condannato il governo regionale di Rosario Crocetta a corrispondere le somme anche a questi enti, attori importanti nella realtà degradata del panorama sociale siciliano.

Tabella H, i soldi della discordia

Era il 2013 quando il governo regionale siciliano decise di sottrarre al fondo per gli enti caritatevoli circa due milioni e mezzo di euro, stornandoli da quelle associazioni ed enti che lavorano nelle realtà disagiate di palermo per a beneficio di pur legittime e solidali associazioni per l'assistenza ai videolesi. Successivamente alle polemiche generate, la Regione aveva deciso di abolire la Tabella e scorporare i fondi distribuendoli ai vari assessorati, L'anomalia sottolineata dal Tar è stato il fatto che se inizialmente dopo lo scorporo si era deciso di distribuire equamente, dietro bandi, i fondi a diverse tipologie di enti e associazioni assistenziali, si è inspiegabilmente provveduto a corrispondere l'intera somma dei fondi ad associazioni ed enti impegnati nei disagi sensoriali-motori, tutto a scapito di tutte le altre tipologie d'intervento, specialmente quelle di natura economico-assistenziale e rieducativo.

Il Tar di conseguenza ha imposto di far restituire alle associazioni beneficiare in esclusiva dei fondi e di conseguenza provvedere ad una redistribuzione più equa e dignitosa dei fondi. Questa vicenda lascia l'amaro in bocca, non tanto per le dinamiche poco chiare con cui si è deciso di gestire questi fondi, cosa abbastanza scontata in questa terra maledetta, quanto il fatto che la Politica, nel suo insieme, sia stata in grado di generare una inutile quanto penosa guerra tra poveri.