L'Expo deve ancora cominciare e sta già dando adito a tante polemiche. Non bastavano quelle inerenti ai costi e alla presunta inutilità di un evento del genere, ora anche il nome della mascotte causa venti di disapprovazione. La simpatica figura, ispirata ai dipinti di Arcimboldo, avrà un aglio per naso e prenderà il nome di "Guagliò". La decisione è stata presa in seguito ad un referendum tra i bambini di tutte le regioni italiane di età compresa tra i 4 e i 14 anni. Il nome, però, non va proprio giù ai vertici della Lega che in una nota ufficiale della segreteria, critica aspramente la scelta dichiarando che "Guagliò" non rispecchia adeguatamente le tradizioni della regione e della città che ospiterà l'evento.

Ma ecco il comunicato: "Il fatto che Milano e i milanesi debbano essere rappresentati davanti agli occhi del mondo, in una vetrina globale quale è l'Expo 2015, da una mascotte con un nome napoletano, è una stupida provocazione per guadagnare i titoli di stampa e l'ennesimo insulto all'identità lombarda". Presa di posizione, dunque, molto dura ed esplicita. Il segretario del partito Matteo Salvini, non ha risparmiato frecciate su Facebook, liquidando la questione con un eloquente "mavadaviaiciapp". Nei giorni scorsi alcuni commentatori si sono spinti oltre e hanno proposto il nome Ambroeus per la mascotte, asserendo che chi ha votato per l'altro "Guagliò" è "un violentatore beffardo della nostra tradizione e identità culturale", tralasciando che la votazione è stata portata avanti da dei bambini. Insomma, un vero e proprio putiferio che ha scatenato dibattiti accesi sui giornali e su Internet.

Mario Giordano, su Libero, è particolarmente critico: "Al concorso hanno partecipato in tantissimi, è stato detto, in tutta Italia, dal Nord al Sud. Un po' di più al Sud, evidentemente, ma che ci volete fare? Al Nord sono sempre così sgobboni che non hanno mai il tempo di divertirsi". Di parere completamente opposto Angelo Agrippa che dalle pagine del 'Corriere della Sera' afferma: "Non capisco perché mai non debbano essere i napoletani ad arrabbiarsi, dato che è dal loro dialetto che è stato scelto il nome della mascotte senza ricavarne alcun beneficio. Certo, si sarebbe potuto riparare ad ogni torto invertendo i ruoli: a Napoli l'Expo e alla mascotte il nome di Ambroeus. Ma a questo, evidentemente, gli arrabbiati lumbard non ci hanno ancora pensato". Insomma, un vera e propria lotta dialettica. Ma la domanda è: ne vale veramente la pena? Probabilmente l'Italia ha altri problemi ben più gravi a cui pensare e i politici farebbero bene a concentrarsi su questi e non sul nome di una mascotte.