In queste ultime ore il M5S sta cercando di allearsi con il centro sinistra nel terzo governo tecnico Renzi, e la presunta coalizione farebbe raggiungerebbe al Pd e al M5S il 60% delle preferenze, sia con il maggioritario sia con il proporzionale.

Dunque i grillini hanno rinunciato al sogno ideologico di raggiungere il 51% dei consensi, un sogno che si è infranto contro la dura realtà dei 5 milioni per le Elezioni Europee, i quali hanno portato all'elezione di soli 11 sindaci, un nulla per gestire il potere. A quanto pare si sono rassegnati e hanno accettato le logiche delle alleanze politiche.

Se il premier Renzi e il Pd democratico accettassero la coalizione tenendo in considerazione il no che ricevettero in diretta streaming durante l'incontro con il leader del M5S Beppe Grillo dopo le Elezioni Politiche 2013, il centro destra sarebbe costretto a riorganizzarsi e trovare un nuovo leader post Silvio Berlusconi.

Inoltre questo nuovo bipartitismo, molto discutibile come la nuova prospettiva politica dei grillini, i quali per evitare l'isolamento dopo il deludente risultato elettorale sono ormai obbligati ad allearsi con gli esponenti politici della tanto odiata casta, riuscirebbe ad eliminare la maggioranza delle larghe intese e potrebbe rivitalizzare la politica e la democrazia italiana.

Tuttavia la coabitazione del nuovo asse M5S e Pd non sarebbe così facile, e secondo il Wall Street anche l'alleanza Europea con Nigel Farage, il leader inglese dell'Ukip, per formare un nuovo gruppo unico a Bruxelles, non sarebbe semplice poiché, oltre ad avere ideologie e programma politici diversi, rischiano di non avere i numeri, i 7 partiti necessari, per entrare al Parlamento Europeo.