Un emendamento che verrà depositato, la prossima settimana, all'interno della Riforma della Pubblica Amministrazione, dovrebbe garantire il pensionamento per circa 4mila insegnanti. Potrebbe essere, questo, un passo importante verso la risoluzione del caso degli "esodati della Scuola", chiamato anche "quota 96", scaturito da una falla presente nella legge Fornero.

Un errore presente nella normativa dell'ex Ministro del Lavoro durante il Governo Monti non aveva permesso a numerosi docenti che nel 2012 avevano maturato i contributi necessari - 36 anni e 60 di età - di poter andare in pensione. Infatti, non si era tenuto conto del fatto che, per i dipendenti della scuola, l'anno lavorativo termina il 31 agosto, non il 31 dicembre come accade invece per tutte le altre categorie. Per questo motivo, la legge Fornero aveva costretto numerosi insegnanti a rimanere in servizio nonostante avessero maturato tutti i requisiti per il pensionamento.

Da molto tempo, anche per far fronte alle polemiche scaturite da questo errore marchiano, la Camera stava lavorando per cambiare la legge Fornero, ma la Ragioneria generale dello Stato fino ad ora aveva bloccato tutte le iniziative per mancanza di risorse economiche. Ebbene, pare finalmente che questo problema sia stato risolto e che si possa procedere con la correzione della riforma previdenziale. Ad annunciarlo è stato il presidente della Commissione bilancio, Francesco Boccia, il quale ha esclamato: "le coperture le abbiamo trovate". Intervistato dal "Messaggero", Boccia ha anche spiegato che la disponibilità economica proviene dal progetto di spending review.

Una notizia che farà tirare un sospiro di sollievo a tutti quei docenti che finora non erano riusciti a godersi la meritata pensione, e soprattutto un provvedimento che garantirà quel ricambio generazionale previsto con l'abolizione del trattenimento in servizio, inserito nella riforma della Pubblica Amministrazione e finanziato attraverso il raggiungimento degli obiettivi dei tagli della spesa, gestiti dal commissario Carlo Cottarelli.