Non si placano gli episodi di disagio all'interno delle carceri, nonostante i recenti interventi governativi abbiano provveduto ad un primo cambio di direzione nella gestione dell'emergenza penitenziaria. Purtroppo le notizie che ci arrivano tramite il sindacato di Polizia Sappe continuano a mettere in evidenza tutta la drammaticità delle esperienza di vita vissute tanto dai detenuti italiani quanto dal personale di servizio e dai lavoratori pubblici che si trovano ad espletare il proprio dovere all'interno dei luoghi di reclusione. Le ultime denunce risalgono ai giorni scorsi e sono molto indicative del fatto che il problema posto in essere sembri tutt'altro che risolto.

Il sindacato Sappe denuncia gli ultimi episodi di disagio all'interno delle carceri

Come vi abbiamo anticipato poc'anzi, il sindacato Sappe che rappresenta gli agenti di polizia penitenziaria ha appena diffuso gli ultimi episodi tramite delle dichiarazioni del Presidente Donato Capece presso alcuni organi di stampa. La prima si riferisce alla notizia del tentato suicidio di un detenuto, avvenuto due giorni fa ad Aurelia. Si tratta di un cittadino albanese trentenne, che ha tentato il suicidio. Il pronto intervento degli agenti è riuscito a sventare che l'uomo potesse portare a conclusione l'atto autolesionistico. Capece ha definito l'avvenimento come "l'ennesimo evento critico avvenuto in un carcere italiano [...] sintomatico dei disagi che caratterizzano la quotidianità penitenziaria".

Il secondo episodio riguarda invece l'aggressione subita da tre agenti presso il carcere di Gazzi. Resta implicito che questi episodi siano la cartina tornasole della tensione che si continua a respirare nei penitenziari italiani, nonostante la popolazione carceraria si sia ridotta di ben 6000 unità grazie al provvedimento svuota carceri 2014, secondo quando comunicato dallo stesso Ministero della Giustizia.

Il nodo dell'amnistia e dell'indulto 2014/2015 restano politicamente difficili da sciogliere

Stante la situazione, appare evidente come la politica dei piccoli passi portata avanti dal Ministro Orlando sembri l'unica percorribile, anche se non risulti ancora sufficiente a risolvere il problema. Purtroppo passare per il Parlamento significherebbe andare incontro a quella che lo stesso Guardasigilli ha definito in altre sedi come "un'ipotesi di scuola", perché mancherebbe il necessario consenso per poter arrivare ad un'approvazione della misura di clemenza.

Per rendersene conto e arrivare a questa conclusione, è sufficiente osservare lo stallo in atto da diversi mesi presso la Commissione Giustizia al Senato, dove i quattro ddl unificati attualmente in discussione riguardanti questa tematica restano ancora in una situazione di stallo e non sembrano prossimi ad uno sblocco. Come sempre, vi invitiamo a farci sapere cosa pensate sulle vicende che vi abbiamo riportato con un commento all'articolo; se invece preferite restare aggiornati su amnistia e indulto, potete utilizzare il comodo pulsante "segui" che trovate in alto, sotto al titolo.