Matteo Renzi ha rivendicato il Patto del Nazareno, stretto assieme a Silvio Berlusconi ed ha ricordato che il Presidente della Repubblica è sempre stato scelto assieme a Forza Italia. "Ad ogni modo questo non significa che prendiamo il loro nome, non accetto diktat" ha sottolineato il Premier questa mattina davanti ai parlamentari. Non sarà il Presidente del Consiglio e Segretario del PD il kingmaker del prossimo Capo di Stato, ma ha anche ammesso che un nome per il momento non è ancora uscito "perchè lo dobbiamo trovare insieme" ha dichiarato Renzi.

Non vi è neanche una chiara disciplina di partito e la decisione di votare scheda bianca durante i primi tre scrutini è al momento rimandata. Alla vigilia della prima votazione al Quirinale prevista per oggi alle ore 15:00, il colle più alto è avvolto dalla nebbia. Durante le consultazioni di ieri, sono stati tre i nomi più pronunciati: Mattarella, Amato ed il Ministro dell'Economia Padoan. Tuttavia, secondo i veti incrociati espressi, nessuno dei tre ce la farebbe senza ulteriori "strappi".

"Il PD deve avere un ruolo massimo e centrale - ha enfatizzato Renzi - se non si trova un presidente prima di lunedì, daremo l'idea di un paese che non sa uscire dalla palude". Gli incontri odierni saranno decisivi, quello di Bersani che ha varcato i cancelli di Palazzo Chigi verso le ore 12:00, e quello ancor più importante e decisivo con il leader di Forza Italia Berlusconi, l'unico che al momento sponsorizza (d'accordo con il Ministro degli Interni Angelino Alfano) Giuliano Amato, nome che apprezzerebbe anche Bersani in verità, ma che Renzi non sente come affine.

Ieri invece fuori dalla sede del Partito Democratico a Roma, è finita con insulti e spintoni, con un gruppo di Cinque Stelle che ha circondato la delegazione dei grillini usciti fuori dal partito; tale delegazione si era recata presso il Nazareno, per trattare con Renzi l'elezione sul nuovo Capo dello Stato. Solamente il cordone di polizia è riuscito ad evitare il contatto, ma l'ennesima fronda di deputati dissidenti ha gettato il partito nel caos più totale.

Se ne sono andati altri nove, ma si vocifera che dopo l'elezione del nuovo Presidente della Repubblica, possa fuoriuscire anche un altro senatore. Mentre si configura per il Quirinale un pacchetto di 35 voti da parte degli ex pentastellati, Beppe Grillo e Roberto Casaleggio si sono incontrati per dare via alle quirinarie. Questa mattina un'ulteriore riunione con i parlamentari del M5S per progettare un nuovo metodo di consultazioni diverso dalla linea usata da Renzi; sul blog ufficiale di Grillo, gli iscritti potranno scegliere fra una rosa di nomi.

Hanno preso le distanze da Palazzo Ghigi anche il leghista Matteo Salvini e la Leader di Fratelli d'Italia Giorgia Meloni, che qualche ora fa hanno lanciato una candidatura congiunta di centrodestra per il Colle, quella del giornalista Vittorio Feltri. "Vogliamo risvegliare quell'Italia che non è di sinistra e che contesta l'Europa" ha detto Salvini.