Lo scontro tra il sindaco di Verona Flavio Tosi e il gruppo dirigente della Lega - con Salvini in testa - agita da giorni il panorama politico leghista. In Veneto si voterà - come in altre regioni italiane - in maggio. La competizione elettorale in questo caso sembra molto meno incerta che in altre regioni, perché la popolarità di Luca Zaia, governatore uscente, è altissima.

La candidata del Pd Alessandra Moretti ha deciso di fare una campagna elettorale tutta sul territorio, è praticamente sparita dalle tv nazionali, nel tentativo di conquistare consensi.

Ma gli ultimi sondaggi pubblicati erano impietosi: Zaia vincerebbe senza problemi al primo turno. I problemi per il Governatore sono soprattutto in casa: il sindaco di Verona Flavio Tosi contesta al segretario Salvini e allo stesso Zaia una decisione, quella di non prevedere la presenza di liste civiche alla competizione regionale.

Ma la Liga Veneta - cioè la costola regionale della Lega Nord - ha come segretario proprio Flavio Tosi, che ostinatamente ricorda in questi giorni che c'è lo Statuto, E lo Statuto dice che le liste le deve fare la Liga Veneta, non la Lega Nord. E la Liga Veneta deve decidere la linea e anche le alleanze da fare. Il tema di scontro naturalmente non è semplicemente "statutario", perché rimanda a due diverse visioni politiche: quella di Tosi, di apertura ad alleanze "moderate" nel centrodestra (ovvero, per esempio, al Ncd); e quella di Zaia, che con Salvini vede la possibilità di giocare la partita in proprio, anche a fronte dei sondaggi di cui sopra, che danno FI a percentuali minime: anche insieme al partito di Alfano i due ex big del centrodestra non raggiungerebbero il 10 per cento dei voti.

La Lega prenderebbe tutto.

Basti ricordare che alle elezioni del 2010 il Pdl conquistò quasi il 25 per cento dei voi, ovvero oltre 500 mila elettori. Sommati ai quasi 800 mila che ottenne la Lega con Zaia, il centrodestra conquistò la Regione con il 60 per cento dei consensi. Ora, con FI in crisi, quei voti finirebbero nel sacco verde della Lega.

Salvini oggi ha detto che lui non espelle nessuno, e molti dirigenti della Lega invitano semplicemente Tosi ad adeguarsi alla linea decisa a Milano: non ci si mette contro un candidato vincente, "i panni sporchi si laveranno eventualmente dopo", dice per esempio il decano veneto della Lega Gentilini

Ma Tosi potrà rispondere che a Verona la sua lista "Tosi per Verona" - alle elezioni del 2012 - ha conquistato oltre il 37 per cento.

E che lui è stato eletto con 76 mila voti. Se decidesse di uscire dalla Lega, e magari di costruire una alleanza con il centrodestra - come ha detto, a mo' di battuta, Renato Brunetta, e come ha immaginato Massimo Cacciari - le cose per Zaia potrebbero non essere così facili, senza quei 76 mila voti. Solo che a spuntarla potrebbe essere il terzo incomodo che per ora davvero non ci spera, ovvero Alessandra Moretti.