Se gli occhi degli osservatori internazionali sono tutti puntati sulla Grecia, in Europa ci sono altri Paesi che non se la passano bene economicamente. Tra questi figura certamente il Portogallo, costretto a sua volta ad applicare le misure di austerity dettate dalla Commissione Europea e dalle istituzioni finanziarie internazionali, la Banca Mondiale ed il Fondo Monetario Internazionale. In risposta a queste politiche, che non stanno dando risultati se non quello di svuotare le tasche dei cittadini, il sindacato nazionale CGTP-IN (Confederação Geral dos Trabalhadores Portugueses - Intersindical Nacional) ha lanciato una nuova iniziativa di protesta, organizzando cortei in tutte le principali città lusitane per "rompere con la politica di destra, costruire un'alternativa di sinistra e sovrana", come recita il loro slogan.

Il fatto - Le politiche dell'attuale governo, presieduto da Pedro Passos Coelho e retto da una coalizione tra i socialdemocratici del PSD (Partido Social Democrata) ed i conservatori del CDS-PP (Centro Democrático Social - Partido Popular), vigente dal 2011, hanno in effetti seguito alla lettera le indicazioni della troika, senza però ottenere risultati apprezzabili se non quello di guadagnarsi l'appoggio pieno della Germania di Angela Merkel e delle istituzioni europee. Per il resto, tutti gli indicatori macroeconomici stanno registrando valori disastrosi: il PIL è calato del 6,7% negli ultimi cinque anni; il debito pubblico è salito dal 93% al 129% del PIL nello stesso periodo; il tasso di disoccupazione ha raggiunto il 15%; il salario minimo è di 589 euro, mentre le pensioni arrivano anche a soli 300 euro.

Come se non bastasse, lo stato si sta disimpegnando in tutti i settori cruciali dei servizi pubblici, dai trasporti alla sanità, passando naturalmente per la scuola, il settore energetico e quello delle comunicazioni, coinvolgendo addirittura le poste. Il tutto per la gioia delle grandi imprese private, che possono accaparrarsi la gestione di questi servizi.

Le misure in atto sono state condannate in maniera decisa dall'opposizione di sinistra. I sindacati temono seriamente che la situazione portoghese raggiunga e superi ben presto quella della Grecia, anche perché alcuni dei dati che abbiamo elencato ricordano da vicino quelli registrati dal Paese ellenico all'esplosione della crisi economica.

Secondo la CGTP-IN, quella che si sta verificando in Portogallo "è una violazione sistematica dei diritti fondamentali, come il diritto alla sicurezza sociale ed alla salute, il cui accesso si è ridotto, mentre la povertà si è aggravata, penalizzando in particolare le famiglie con bambini, gli anziani ed i disoccupati".