E' guerra sulla riforma della legge elettorale, sull'Italicum. Ore tesissime queste all'interno del Partito Democratico di Matteo Renzi e nel parlamento in generale. Una linea dura quella decisa dal premier Renzi, il quale, come si sa, ha sostituito dieci dei suoi dalla Commissione Affari Costituzionali; ora tutte le opposizioni in blocco si sono dimesse. Severo il giudizio di Arturo Scotto di Sinistra Ecologia e Libertà, il quale ai microfoni del TG5 ha dichiarato: "Le sostituzioni che sono state fatte sono in puro stile sovietico, sembra che qualcuno abbia studiato a Mosca nel 1936".

Danilo Toninelli del Movimento Cinque Stelle ha poi aggiunto: "Uscire dalla commissione oggi, significa, a nostro parere, difenderci da un atto autoritario imposto da Renzi, con l'espulsione di dieci dei suoi".

La rivolta delle opposizioni

Sel, Movimento Cinque Stelle, Forza Italia, Fratelli d'Italia e Lega Nord, tutte le opposizioni hanno chiuso la porta ed abbandonato la Commissione Affari Costituzionali della camera, che nel pomeriggio ha iniziato la discussione sull'Italicum. La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata la sostituzione di tutti e dieci i dissidenti del Partito Democratico in connessione, con fedelissimi renziani. Fra coloro, che sono stati obbligati a cedere il posto, sono emersi personaggi di primo piano appartenenti alla minoranza, come Bersani, la Bindi e Cuperlo.

Il sospetto delle opposizioni è che il progetto in mente di Renzi abbia come fine ultimo il voto di fiducia, quando la legge elettorale arriverà al voto della camera la settimana prossima. Alle telecamere del TG5 si espresso in questo modo Renato Brunetta di Forza Italia: "Vorrà mettere anche la fiducia, articolo per articolo, in aula.

Noi glielo impediremo, ovviamente chiederemo il voto segreto anche sul voto finale e faremo soprattutto un appello all'opinione pubblica ed al presidente della repubblica, perchè eviti questo scempio democratico".

Renzi ed i suoi uomini hanno reagito alle critiche; per il segretario premier infatti le sostituzioni in commissione non solo sono normali, ma sono necessarie per scopi prettamente democratici ed ha aggiunto: "No alla palude!

Si va avanti su tutto". Il ministro  per le riforme Maria Elena Boschi ha commentato: "Ad ogni modo proseguiremo con i nostri lavori, perchè sono nove anni che si tenta di avere una nuova legge elettorale e e quindi non credo che l'assenza di alcuni gruppi possa interrompere un percorso di riforme, che la maggioranza ed il governo hanno il diritto di portare avanti".