Non ha intenzione di fermare il cammino delle riforme Matteo Renzi, soprattutto quelle costituzionali, intenzionato ad andare avanti pur di ridare all'Italia una nuova veste politica, ritenendo necessario dare una forma diversa alla legittimazione politica di chi governa. Il premier, mentre è in visita negli USA, parla di una Italia che deve svegliarsi dal lungo sonno in cui è caduta e il modo per farlo è di continuare sulla strada del rinnovamento istituzionale e della competizione politica. Tuttavia, le dissidenze interne al partito non smettono di chiedere maggiori garanzie ed una revisione generale delle riforme che riguardano l'italicum e la riforma del Senato, ma Renzi non sembra essere disposto a fare grandi passi indietro.

L'italicum non si cambia

Su questo punto il presidente del consiglio non sembra essere disposto a cedere alla minoranza interna al Pd, affermando a più riprese la volontà di far passare il testo alle camere senza alcuna modifica. Il punto più delicato e discusso circa l'italicum sembra essere quello relativo alla soglia da stabilire per ottenere il premio di maggioranza e se accordarlo alla singola lista di partito od anche alla coalizione. Attualmente il testo prevede una soglia per le liste singole all'8%, per le coalizioni di liste al 12% e del 4,5% per la singola lista interna alla coalizione per ottenere seggi. Dunque, per le coalizioni che raggiungono il 12% i seggi sono distribuiti alle liste che hanno superato la quota del 4,5%. La soglia per il premio di maggioranza è posta al 37%, qualora non fosse raggiunta si prospetta il ballottaggio tra le due liste o coalizioni con più voti. Così è descritto nel testo approvato alla camera e così Renzi si aspetta venga confermato.

Via il Bicameralismo paritario

Più morbide sono apparse le posizioni del premier nei confronti della minoranza nella prospettiva della riforma del senato. Infatti, Renzi afferma la possibilità di discutere sulla questione, ma ciò che sottolinea è la necessità di abolire il bicameralismo perfetto (particolarità italiana), lasciando al senato solo più ristretti e specifici compiti. Effettivamente tale riforma costituzionale è stata da sempre il tallone d'Achille di molti governi, in quanto è un sistema che se da un lato era stato pensato dai padri costituenti come meccanismo per la difesa della democrazia e della costituzione, dall'altro è diventato un ingranaggio che ha aumentato la farraginosità dell'iter legislativo in Italia, attraverso alla quasi complementare corrispondenza delle competenze di entrambi i rami del parlamento, che ha portato alla nota " navetta parlamentare" e l'utilizzo sempre più spesso del decreto legislativo, dei regolamenti o dei decreti legge per velocizzare il percorso di approvazione dei disegni di legge presentati dal governo. La questione ora pende più che altro su come avviare questo processo e se non si rischia di forzare un sistema molto a lungo sedimentato. Ad ogni modo, Renzi non è preoccupato di una eventuale presa di posizione contraria da parte dei dissidenti interni, restando convinto che i numeri ci sono lo stesso. Ma se le cose stanno davvero così allora il discorso è possibile, permettendo soprattutto un senato di nuovo elettivo.