Periodo complicato per il governo: oggi si comincia la discussione del Ddl sulla Scuola in aula, c'è il grosso problema delle Pensioni, Civati riparte all'attacco e prepara i testi di due referendum sull'Italicum. A Renzi piace far sembrare sempre tutto semplice, ma forse questa volta qualche difficoltà potrebbe incontrarla. Ecco quali sono i nodi che dovrà sciogliere.
La Buona Scuola
Il voto finale sul disegno di legge è slittato a mercoledì prossimo a causa dei numerosi emendamenti presentati dalle minoranze. Renzi e il suo governo questa volta hanno deciso di non adottare la linea dura ma di concedere un dialogo alle opposizioni e alle parti sociali.
Ieri il premier ha scritto una lettera indirizzata agli insegnanti e ha girato il contestatissimo video nel quale spiegava la riforma punto per punto armato di gessetti colorati e lavagna per cercare di ammorbidire gli insegnanti, che sono molto determinati a non darsi per vinti. Nonostante tutto il governo non avrebbe intenzione di mettere la fiducia sul provvedimento, coerentemente con linea del dialogo con le minoranze.
Le pensioni
Questo è forse il problema più scottante in questo momento. Il governo sta lavorando ad una soluzione che dovrebbe essere pronta già questo lunedì. E' evidente però che sarà impossibile restituire immediatamente tutti i soldi che, secondo la Consulta, sono stati illegittimamente tolti ai pensionati.
La spesa che lo Stato può affrontare per il rimborso senza distruggere completamente i conti pubblici sarebbe di circa 3 miliardi, al massimo 3 miliardi e mezzo, che si potrebbero trovare tra il famoso tesoretto, che ammonta a 1,6 miliardi, e il rientro dei capitali. Queste coperture dovrebbero comunque essere vincolate da una clausola di salvaguardia.
Il governo starebbe pensando a varie soluzioni di rimborso: restituire la mancata indicizzazione delle pensioni relativa al 2012 e rimandare il rimborso relativo all'anno 2013 e rendere l'operazione progressiva, dando un rimborso completo solo a coloro che hanno una pensione molto bassa e andando a scalare.. La sentenza della consulta è comunque una bella spina nel fianco per il premier, in quanto è riuscita a smorzare perfino l'entusiasmo per un Pil che ritorna a crescere, anche se solo di uno 0,3%.
L'Italicum
Anche sul fronte della legge elettorale sono possibili ulteriori complicazioni. Civati infatti è partito nuovamente all'attacco dopo lo strappo di pochi giorni fa. L'ex Pd sta infatti preparando il testo di due referendum abrogativi della legge, uno che abolirebbe il secondo turno per l'assegnazione del premio di maggioranza (se il referendum abrogasse il secondo turno, i seggi sarebbero quindi assegnati con il proporzionale puro se nessuno dei partiti non dovesse raggiungere il 40% al primo turno) e il secondo che dovrebbe abolire i capilista bloccati. Insomma, Civati vorrebbe praticamente distruggere l'impianto della legge elettorale appena votata dal parlamento e vissuta da Renzi come una grande vittoria.
Ricollocazione dei lavoratori delle province
Un'altra grana per il governo è quello della ricollocazione dei lavoratori delle province in esubero dopo la riforma Delrio. Il ministro Madia oggi ha dichiarato: "Abbiamo un'apertura di credito nei confronti dei territori, ma se non fanno bene il loro lavoro in ultima istanza sappiamo che abbiamo le risorse e gli strumenti per ricollocare noi, dallo Stato, le persone". Vedremo quali saranno gli sviluppi, ma pare proprio che per il primo ministro non sia periodo di dormire sonni tranquilli.