Ora Renzi vuole rottamare gli anziani.

L'ultima notizia "pensionistica" di oggi è un po' preoccupante. In apparenza dovrebbe riguardare soltanto i soliti ricconi che hanno Pensioni alte, ma forse non è così.

Si dice che ci sono 14.000 pensioni per le quali la componente retributiva sarebbe addirittura prevalente rispetto a quella contributiva e la notizia desta il doveroso scalpore e la giusta indignazione. Ovviamente la cosa indigna perché riguarderebbe un numero esiguo di persone: i soliti ricchi, che giustamente vanno puniti.

Fin qui, tutto bene, però poi si dice anche che a livello Italia la componente dovuta al calcolo retributivo vale 46 miliardi di euro e qui si sente già puzza di bruciato.

Caccia ai vitalizi calcolati in parte con metodo retributivo

Infatti questa cifra non si riferisce ovviamente alle solite pensioni "privilegiate", è troppo alta, infatti si riferisce a tutte le pensioni in essere, che sono state, via via, determinate con il sistema misto, a partire dalla riforma di metà anni '90.

Stiamo parlando di pensioni anche molto basse, estese su una platea di pensionati enorme, certamente la maggioranza.

Il precedente

Si è cominciato poco tempo fa ad abbattere il principio di salvaguardia dei diritti acquisiti, con una sorta di cavallo di Troia: la leggera decurtazione di un po' di pensioni "d'oro".

Questa misura, tanto applaudita, era in realtà diretta ad abbattere progressivamente i diritti di tutti, specialmente quelli dei più deboli.

La prova? Ciò che è appena accaduto - nella acquiescenza quasi generale - a seguito della sentenza dell'Alta Corte, che ha bocciato la cancellazione degli adeguamenti delle pensioni, operata 3 anni fa dal governo Monti.

Invece di restituire il maltolto (non ha importanza se fu un altro governo a toglierlo, perché ogni governo parte sempre da ciò che gli hanno lasciato in eredità i precedenti), cosa hanno fatto?

Poiché "non ci sono soldi", allora si rimborsa soltanto un'elemosina, per di più senza scusarsi e facendola anzi passare per una graziosa elargizione. E questo è accaduto senza che i soliti indignati si indignassero.

Abbiamo quindi raggiunto un punto di non-ritorno, dove tutto si può fare, in barba a leggi, diritti acquisiti e sentenze.

Diminuire il numero dei poveri, o far diventare tutti poveri?

Stiamo per realizzare una sorta di socialismo reale, all'insegna di una inconfessata idea di Stato Etico, che re-distribuisce le ricchezze penalizzando i cosiddetti ricchi, in mezzo ai quali però viene considerato anche chi vive con un netto poco sopra 1000 euro mensili.

L'esito finale sarà quello di una generalizzazione dell'area della povertà, fatti però salvi i ricchi ed i potenti, visto che sono loro a decidere.

In un passato recente abbiamo avuto un governo molto ridicolizzato e spernacchiato, che però aveva innalzato le pensioni minime, ora abbiamo un governo, molto apprezzato dai "sobri" e dai "benpensanti", che invece intende abbassare le pensioni medio-basse.

Guerra generazionale

In fondo, questa guerra generazionale, per cui si continua a ripetere (con l'inganno) che i giovani lavorano per pagare le pensioni ai vecchi, è stata innescata proprio per arrivare - piano piano - a questo: contrastare indirettamente, con mezzi socio-politici, l'innalzamento dell'età media, che per le casse dell'INPS è un brutto affare.

Perché non emanare direttamente una legge che tolga del tutto la pensione agli ultra-settantenni e, contemporaneamente, tolga loro l'assistenza sanitaria?