Oltre Atlantico la campagna elettorale sta cominciando a entrare nel vivo, come era lecito attendersi. Del resto, i Repubblicani, irati più che mai con il presidente Obama e le sue riforme social, sono alla disperata ricerca di un uomo forte in grado di strappare la Casa Bianca. Tuttavia, senza dubbio, nessuno dell'establishment poteva prevedere l'ingresso in campo di un outsider come Donald Trump. Un uomo capace di rimescolare di forza le carte in tavola.

Da quando il noto miliardario statunitense, simbolo indiscusso in tutto il globo di selfmade man, è entrato nella competizione, sembra avere intrapreso una tattica ben precisa: cambiare le regole del gioco così da essere tutti i giorni in prima pagina.

Stando alle notizie provenienti dall'America, sembrerebbe esserci riuscito di nuovo. Infatti, è notizia delle ultime ore che il miliardario abbia deciso, nel corso di un evento pubblico, a far crollare uno dei tabù più sentiti dal popolo americano: quello dei veterani di guerra.

Vediamo cosa è accaduto

Durante un incontro di repubblicani in Iowa, Trump avrebbe lanciato un durissimo attacco contro il collega John McCain, candidato alle scorse elezioni contro Obama, il quale - è fatto notorio - fu prigioniero di guerra in Vietnam nel '67. Per Trump egli è senza dubbio un eroe "perché è stato catturato" - ha detto il miliardario - aggiungendo però un commento lapidario che ha fatto imbestialire i repubblicani: "Il fatto però è che a me piacciono le persone che non sono state catturate.

E lui è stato fatto prigioniero". Gettando ombre, dunque, sui reali meriti del senatore.

Ora, il senso di questo attacco così fuori luogo non è del tutto chiaro. Intervistato dalla CNN domenica, Trump ha rincarato la dose affermando di non avere alcuna intenzione di scusarsi. Secondo una parte della stampa le ragioni di un simile attacco risiederebbero in due accuse che Trump rivolge ormai da settimane a McCain.

La prima - dichiarata a FoxNews - è quella di non avere fatto nulla per tutelare la posizione dei veterani di guerra all'interno della riforma sanitaria ideata da Obama. La seconda, più recente, sarebbe che il senatore repubblicano sarebbe disposto ad appoggiare la riforma dell'immigrazione proposta da Obama. Due colpe che un uomo come Trump ritiene imperdonabili.

Ovviamente, come era lecito attendersi, i repubblicani Jeb Bush e Rick Perry hanno espresso prontamente solidarietà a McCain attaccando duramente i toni furiosi che stanno contraddistinguendo la campagna di Trump.