Il 26 gennaio 2016, il Ddl Cirinnà approderà nell'aula di Palazzo Madama, per la sua approvazione. Si tratta della legge sulle Unioni Civili, di cui tanto si parla in questi giorni. Non è una legge sul matrimonio, ma è un primo passo per acquisire i diritti patrimoniali, e per tutti gli altri diritti, di cui si gode col normale matrimonio: dalla reversibilità della pensione all'assistenza sanitaria. È ancora tutto in movimento, ma alcune intese sono state raggiunte, tra le varie parti che partecipano alla discussione. Nella conferenza stampa di fine anno, il Premier Matteo Renzi, ha manifestato il suo pieno appoggio al Ddl citato, confermando anche di essere favorevole alle Stepchild adoption.
I punti salienti del Ddl Cirinnà
- Unioni Civili, che nulla hanno a che fare col Matrimonio, si celebrano tra persone dello stesso sesso, maggiorenni, alla presenza di un ufficiale dello stato civile. Non sono consentite tra persone già sposate, tra persone con infermità mentali e tra parenti. Per sciogliere il vincolo, così creato, ci si avvale del divorzio civile.
- Con le Unioni Civili si acquisiscono diritti patrimoniali, come quelli derivanti da un normale matrimonio.
- Adozioni o Stepchild adoption. In sintesi, il partner della coppia, ha la possibilità di adottare il figlio naturale del compagno.
- Riconoscimento della convivenza di fatto.
L'opposizione partecipa attivamente
In Commissione hanno votato a favore del testo integrale, PD, M5S, Sel, mentre hanno chiesto lo stralcio sulla norma adozioni e l'equiparazione delle Unioni Civili al Matrimonio, Ncd ed Ap.
Quella dell'equiparazione, sembra, sia stata già risolta. Renzi ha precisato, che l'argomento in esame non fa parte del programma di governo, e che pertanto, non potrà essere posto il voto di fiducia, e che ciascun deputato potrà votare secondo coscienza. Nel PD esiste una minoranza, che si oppone alle Stepchild adoption, rappresentata dall'ala cattolica del partito.
Con le adozioni citate, il bambino resta con uno dei due genitori, ed anche se pesa l'assenza dell'altro, è pur sempre tutelato. Si tratta comunque di un argomento molto delicato, che va ulteriormente analizzato, al fine di trovare una soluzione migliore, sempre però nell'interesse del bambino.