Passano gli anni ma lo Stato italiano è ancora intrappolato nella matassa di debiti della Pa verso le imprese. La Relazione annuale della Banca d’Italia presenta dati sconcertanti: solo per l’anno 2014 la Pubblica amministrazione doveva ai fornitori privati quasi 70 miliardi di euro che, nella sostanza, scendono a 60 miliardi se si escludono i 10 miliardi che i creditori hanno versato alle banche in modalità cessione del credito pro soluto.
Nonostante gli sforzi del governo (anzi dei governi che si sono succeduti in questi anni) per diminuire i tempi e le procedure, ancora oggi sono tante imprese attendono il versamento di quanto dovuto.
E non sono stati sufficienti neanche i 56 miliardi di euro stanziati finora da Palazzo Chigi.
Il debito delle Pa è molto elevato
Il debitoresta ancora elevato e la causa principale è il forte ritardo dei pagamenti da parte della Pubblica amministrazione, la quale viola oltretutto una direttiva europea che raccomanda di pagare entro 30-60 giorni al massimo. Una violazione che ovviamente è costata cara all’Italia, famosa per la sua collezione di procedure d’infrazione europee. Secondo la Commissione europea, l’Italia risulta essere sei volte oltre il limite stabilito.
I peggiori pagatori in Europa
Abbiamo quindi un altro record negativo in Europa: siamo i peggior pagatori, con circa 140-165 giorni di ritardo.
Un’infinità se confrontati con la media di 34 giorni della zona euro. I francesi saldano i loro debiti dopo 62 giorni, la Germania dopo addirittura 19 giorni. Più o meno sullo stesso livello la Grecia che paga le sue fatture dopo 155 giorni, la Pubblica amministrazione spagnola (154) e quella portoghese (129).
Pesano soprattutto i costi della sanità
A pesare maggiormente sulle casse dello Stato è il capitolo della Sanità italiana. Il debito verso i fornitori privati ammonterebbe a 24,2 miliardi nel 2013 secondo le stime della Cgia di Mestre. La regione più indebitata risulta il Lazio, che da solo pesa 5,9 miliardi. Ed è sempre il Lazio la regione a cui è statadestinata la cifra più alta per sostenere il comparto sanitario (circa 832 milioni di euro).
Edilizia strangolata dai ritardi
E non se la passa bene neanche l’edilizia. Sebbene il settore sia una colonna portante dell’economia nazionale, con un contributo del Pil del 18 per cento, al momento riscontra molte difficoltà sul fronte dei crediti. Protestano le associazioni di categoria che accusano il governo di aver fatto solo annunci pubblici riguardo all’adeguamento del Paese alla direttiva comunitaria. Sempre le associazioni denunciano anche i tentativi sempre più frequenti della pubblica amministrazione di aggirare i tempi di pagamento, quando realizza di non poter sostenere il costo entro l’arco temporale stabilito.