Una vittoria schiacciante che conferma la voglia di cambiare del popolo iraniano. Le elezioni per il rinnovo del Parlamento di Teheran e dell'Assemblea degli Esperti (organo che ha il compito di eleggere l'Ayatollah o Guida Suprema, ndr) hanno visto primeggiare con grandi numeri i Riformisti dell'attuale presidente Hassan Rouhani e dell'ex premier Ali Akbar Rafsanjani.
Ottenuti 29 seggi su 30
I dati si commentano da soli. Su 30 seggi disponibili in Parlamento, 29 vanno ai Rifomisti e per lo schieramento conservatore è, ovviamente, uno smacco molto duro da mandare giù.
Il primo nominativo della lista dei Riformisti al Parlamento dell'Iran è Mohammed Reza Aref, già ministro ed ex candidato al ruolo di premier. Autentico plebiscito elettorale anche all'Assemblea degli Esperti dove il primo conservatore è soltanto decimo nelle preferenze. Si tratta di Ahmad Janati, presidente del Consiglio dei Guardiani. Al dodicesimo posto invece l'ultraconservatore Mohammad Mesbah Yazdi.
Un anno destinato ad entrare nella storia del Paese
Due date fondamentali della storia contemporanea dell'Iran dal 1979, anno della rivoluzione islamica, ad oggi. Entrambe cadono in questo 2016: lo scorso gennaio è stato sancito l'accordo sul nucleare con gli Stati Uniti che ha dato il via ad un periodo di distensione tra i due Paesi dopo anni di estrema tensione.
Recentemente il ministro degli esteri iraniano, Mohammad Javad Zarif, ha dichiarato che "questo accordo storico sta finalmente facendo crollare il muro della sfiducia" issato a suo tempo con gli Stati Uniti. La volontà del popolo iraniano di voltare pagina viene ora confermato dalle urne alle quali sono andati circa 33 milioni di persone, il 60 per cento degli aventi diritto.
In proposito, l'ex premier Rafsanjani ha espresso grande soddisfazione, dichiarando che "ora è il momento di cooperare". E per l'ex fedelissimo del vecchio Ayatollah Khomeini si potrebbe aprire una nuova strada, la più autorevole possibile. Potrebbe infatti essere lui il prossimo Ayatollah anche se non è dato sapere quando visto che la Guida Suprema dell'Iran cessa il suo mandato in caso di morte o di dimissioni. Ma fonti certe indicano Rafsanjani come il favorito in un'eventuale successione dell'attuale Ayatollah, Ali Khamenei, in carica dal 1989.