L'accordo alla fine è stato stretto. Un accordo tutto interno alla maggioranza che sostiene il Governo. Uno scenario totalmente diverso rispetto a solo la settimana scorsa, quando il provvedimento Cirinnà, nella sua forma originaria, con adozioni e obbligo di fedeltà, iniziava il proprio esame al Senato. Allora Renzi si tirava fuori dal provvedimento, lasciando che il parlamento se ne occupasse. La prospettiva era che il Ddl Cirinnà passasse grazie ai voti del M5S, con una maggioranza "trasversale". In veste di segretario, Renzi l'8 febbraio scorso nella riunione con i capigruppo di Camera e Senato ribadiva: «Andiamo avanti, sulla stepchild sarà l'aula a decidere».

La decisione dei grillini di non votare il canguro Marcucci (decisione che poi si è rivelata non rilevante, vista la decisione del presidente Grasso di "eliminare" tutti gli emendamenti permissivi, quale era il canguro Marcucci) spariglia le carte. Renzi è costretto a tornare sui suoi passi. In un'intervista radiofonica afferma: «Meglio un pezzo ora che tutto mai». Iniziano le trattative con l'alleato Alfano. Un accordo chiuso solo nella serata di mercoledì. Saltano adozioni e obbligo di fedeltà. Un compromesso al ribasso, secondo la sinistra del Partito democratico (il senatore Casson non ha partecipato al voto di fiducia, Michela Marzano ha annunciato le proprie dimissioni in caso che il Ddl Cirinnà venga approvato senza le adozioni).

Un argine di fronte ad «una rivoluzione contro natura» secondo il commento del ministro Alfano, che ha argomentato «è assolutamente di buon senso dare più diritti ai soggetti anche dello stesso sesso che compongono una coppia, una unione, al tempo stesso l'istituto giuridico del matrimonio è ben distinto da quello dell'unione».

Ecco perché, ha argomentato «è stato un bel regalo all'Italia avere impedito che due persone dello stesso sesso, cui lo impedisce la natura, avessero la possibilità di avere un figlio. Abbiamo impedito una rivoluzione contronaturae antropologica, credo sia stato un nostro risultato». Parole che hanno suscitato la reazione su Facebook di Speranza: «Caro Alfano l'unica cosa contro natura di questi giorni è stato l'oscurantismo di chi non vuol riconoscere l'uguaglianza dei diritti delle persone».

«Caro Speranza, è secondo natura che due uomini abbiano un figlio? E' secondo natura che una donna metta sul proprio ventre la targhetta del prezzo? No, caro Speranza. Anche la politica ha un limite: la natura» ha replicato il ministro dell'Interno.