Non si arresta la scure dell'Amministrazione Garozzo sulle agenzie immobiliari che hanno deciso di esercitare la propria attività nel territorio del Comune di Siracusa. Nei giorni scorsi, infatti, una forte levata di scudi in difesa di queste attività commerciali si era sollevata dopo che il Comune aveva erogato salatissime multe per la mancata comunicazione relativa all'affissione degli avvisi di vendita e affitto, che di per sé non necessitano del pagamento di una tassa, ma di una informativa trasmessa agli uffici comunali. Era sembrato esagerato ad associazioni di categoria, movimenti di opposizione e leader politici che improvvisamente e per la sola mancata comunicazione dell'avviso, l'Amministrazione comunale guidata dal Sindaco Garozzo applicasse oltre cinquecento euro di multa per ogni avviso.
Invece c'è di più.
Le reazioni dell'opposizione
Applicando un parere dell'Avvocatura comunale, espresso il 18 giugno 2015, il Comune di Siracusa ha deciso di interpretare la dicitura "nell'ipotesi di più violazioni, si applica l'infrazione più grave aumentata fino al triplo", applicando a tutte le agenzie incorse in questa mancata comunicazione il triplo esatto della sanzione massima. A rimanere esterrefatta dinnanzi a questo atteggiamento, la consigliere d'opposizione Cetty Vinci, la quale fa notare che alle parole di comprensione espresse in un primo momento da alcuni esponenti del governo cittadino non sono seguiti i fatti, in quanto la norma dice chiaramente che può essere applicata una sanzione di poco superiore alla massima anziché triplicarla, col chiaro intento di mettere in ginocchio queste attività commerciali.
La posizione intransigente del Comune
Evidentemente, il Comune di Siracusa, nonostante il periodo di gravissima crisi economica che caratterizza il commercio, ha deciso di non guardare in faccia a nessuno, se è vero - com'è vero - che lo stesso assessore al Bilancio ha paragonato queste infrazioni commesse dalle agenzie addirittura a quelle degli esponenti politici che in campagna elettorale affiggono i loro manifesti su luoghi impropri come i cassonetti dell'immondizia.