Col ponte sullo stretto di Messina si indica una serie di progetti volti a collegare la Sicilia con la Calabria, e quindi col continente europeo. L'iter, partito nel 1992, vede solo nel 2002 col governo Berlusconi la realizzazione di un progetto più concreto. Da qui tutto diventa farraginoso, lento, assumendo i caratteri di una vera e propria epopea. Ora il ministro Alfano ripropone la creazione del ponte sullo stretto con una proposta di legge ad hoc. Punti chiave del PDL sono trasparenza per l'affidamento degli appalti e la nomina di un commissario che supervisionerà il progetto, il tutto ovviamente, si auspica, in tempi certi.
A sostenere la causa pro ponte c'è anche il palermitano Davide Faraone, sottosegretario dell'Istruzione.
Ponte sullo stretto: 40 mila posti di lavoro
Pietro Salini, amministratore delegato della La Salini Impregilo, leader mondiale nella costruzione delle grandi opere complesse, e che dovrebbe occuparsi della realizzazione del ponte sullo stretto di Messina, è intervenuto più volte sull'importanza del progetto. 'Non fare grandi opere significa non essere competitivi nel futuro e ciò, in un mondo globale, porta ad essere emarginati, a diventare periferia'. Ora - spiega Salini- si ha il raddoppio del canale di Suez con l'Italia al centro del Mediterraneo. Questo significa che i trasporti internazionali, invece, di fermarsi in Sicilia arrivano fino a Rotterdam per poi ritornare in Italia con camion carichi di merci.
Le navi non si fermano direttamente in Sicilia, perché non ci sono delle infrastrutture adeguate, come il ponte sullo stretto. Quindi non realizzare il progetto comporterebbe una grave perdita economica, oltre a non garantire la presenza dello Stato nella terra sicula e a non collegarla col continente europeo. Inoltre, aspetto importantissimo il ponte sullo stretto darebbe lavoro a 40 mila persone.
Il ponte sullo stretto divide la Sicilia
Nonostante tali premesse, sono presenti nella terra sicula i 'no ponte', capeggiati dal sindaco di Messina Renato Accorinti. I 'no ponte' ritengono che il ponte sullo stretto di Messina non sia una priorità, perché la Sicilia ha bisogno di risolvere problemi ben più importanti. Su tale posizione risponde l'avvocato Fernando Rizzo, Presidente di Rete Civica per le infrastrutture del mezzogiorno.
Rizzo precisa che oggi per attraversare lo stretto col treno ci vogliono 2 h e 10 min, contro i 3 min del ponte. Inoltre, i problemi presenti sul territorio, e che devono essere risolti, non possono essere utilizzati in maniera strumentale, perché sono indipendenti dal ponte e la risoluzione di entrambi porterebbe alla crescita del territorio.
Senza il ponte sullo stretto di Messina la Sicilia è tagliata fuori da ogni processo di globalizzazione. In tal senso, l'avvocato Rizzo ha fatto l'esempio di Copenaghen, città posta su un'isoletta, collegata alla Danimarca, Amburgo e a Malmo dai traghetti. Ora sono stati fatti 2 ponti e si è procinto di realizzare un altro importante collegamento. Ciò ha contribuito a rendere la Danimarca tra i più grandi centri di informatica, superando la realtà europea.
Si attende, quindi, che anche la Sicilia possa seguire l'esempio della Danimarca e si spera nell'intervento concreto di Alfano, auspicando che non sia l'ennesima mossa politica in vista delle elezioni amministrative.