Il quotidiano ‘La Repubblica’ ha anticipato che quest’oggi su ‘The Hollywood Reporter’ verrà pubblicata un’intervista a Donald Trump. Intervista nella quale il candidato alla presidenza degli USA prende le distanze da Matteo Salvini, suo noto simpatizzante italiano.
Trump era al corrente dell’identità di Salvini?
“Non ho voluto incontrare Matteo Salvini”, questo il passaggio ‘incriminato’. Incriminato e al contempo contraddittorio. Sì, perché ci sono due prove che contraddicono Trump. In primis, la foto pubblicata in rete qualche settimana fa che lo vede ritratto sorridente proprio insieme al leader della Lega Nord; ma anche l’augurio che il tycoon newyorkese rivolse proprio a Salvini tramite il Wall Street Journal: “Matteo, ti auguro di diventare il nuovo Premier Italiano”.
Repubblica.it ha contattato il numero uno del Carroccio per chiedergli della vicenda. Ecco la sua replica: “Questa cosa mi fa molto ridere. Tutta l’intervista ha dell’incredibile. Io ho le prove: ci sono una dozzina di e-mail di preparazione all’incontro. L’incontro è avvenuto circa un mese fa in Pennsylvania. Era una convention repubblicana”. Come si spiega Salvini la presa di distanza di Trump da lui e da La Pen? “Non ne ho idea, è tutto molto strano. In ogni caso sono sempre un suo simpatizzante e tifoso. Abbiamo molte idee in comune”.
I possibili motivi del dietrofront
Trump, nell’intervista a The Hollywood Reporter, ha fatto capire di essere contro le politiche xenofobe della ‘nuova’ destra europea: “Nessun terreno comune da esplorare.
Non instaurerò nessuna alleanza al di là dell’Oceano Atlantico”, un riferimento evidente a Salvini e Le Pen. Resta il fatto che il candidato statunitense ha fatto della lotta all’immigrazione clandestina uno dei suoi cavalli di battaglia per la campagna elettorale, proprio come hanno fatto i due ‘colleghi’ europei conservatori.
Michael Wolff, scrittore e conduttore dell’intervista incriminata ha dato due spiegazioni plausibili alle dichiarazioni di Trump: “Può darsi che abbia fatto la foto con lui pur senza sapere chi fosse Salvini. Oppure è una scelta più ragionata: avrà pensato che valorizzare i propri legami con i leader europei della destra non fosse più conveniente”.
Guglielmo Picchi, organizzatore dell’incontro Trump-Salvini durante il viaggio in America, ha chiarito: “Trump sapeva esattamente chi fosse Matteo. Non si entra facilmente a una convention del genere, bisogna oltrepassare tre livelli di sicurezza. Per accedervi, c’è bisogno di avere il consenso con largo anticipo, e noi ce l’avevamo”.