"Quello che dice MatteoRenzi per me non ha nessunissimo valore". Ospite diIn Onda su La7, lo scrittore e giornalista Massimo Fini riserva una stroncatura netta al presidente del Consiglio e, nel commentare le ultime giravolte di quest'ultimo in materia referendaria, rievoca il celeberrimo "Enrico stai sereno".

Poi, suriforma costituzionale edItalicum, dice: "È talmente complicata che è difficilissimo capirla, servirebbeun'ulteriore traduzione in aggiunta a quella di Marco Travaglio nel suo libroPerché no (con Silvia Truzzi, edito da PaperFirst, 12 euro, ndr).

Credo che il punto più importante sia il premio di maggioranza assegnato al vincitore: è altissimo, specie se ottenuto da un partito che ha raccolto il 30%. O perfino il 15%, con il dilagare dell'astensionismo. Per intenderci, la famosa 'legge-truffa' targata DC prevedeva quantomeno il raggiungimento del 50% più uno dei voti. Il Senato, invece, non andrebbe riformato, ma direttamente abolito".

E a Tommaso Labate che gli domanda se i costi della politica incidano sulla qualità della democrazia, Fini replica: "A pesare profondamente sono i partiti, lobby organizzate che deprimono la volontà del singolo cittadino. Sono la fine della democrazia, di cuiBeppeGrillo salva le forme: se non ci fosse il MovimentoCinque Stelle, caratterizzato da un elettorato che difficilmente voterebbe ancora per i partiti tradizionali, l'astensionismo toccherebbe quota 60-65%.

L'avanzata dell'astensione in Italia ha un particolare valore: nel nostro Paese, in anni passati, si votava moltissimo. L'obiezione spesso è che anche all'estero non votino in tanti, ma lì, bene o male, vi è una maggiore fiducia nella classe dirigente, a prescindere da chi trionfi alle elezioni".In chiusura, poi, l'affondo finale: "La nostra classe politica o, meglio, il sistema - alla classe politica appartengono anche brave persone - è intimamente corrotto e andrebbe abbattuto. Come" - ironizza lo scrittore - "mi astengo di esplicitarlo, non voglio essere arrestato".