La riforma nata con un disegno di legge presentato dal ministro delle riforme Maria Elena Boschi, prevede: il superamento del bicameralismo paritario (o perfetto che dir si voglia), riduzione dei parlamentari, soppressione del CNEL e la revisione del titolo V della Costituzione, con esplicito riferimento all'abolizione delle province.

Il nuovo Senato

La riforma introduce un bicameralismo differenziato dove la Camera dei deputati diviene l'unica titolare del rapporto di fiducia con il governo. I "deputati" rimangono i soli rappresentanti della nazione mentre il Senato diviene rappresentante delle istituzioni territoriali; quest'ultimo cambierà denominazione e si trasformerà il Senato delle autonomie e concorrerà all'esercizio della funzione legislativa solo nei casi e nelle modalità stabilite dalla Costituzione (articolo 95 del nuovo testo costituzionale).

Il concorso del Senato alla funzione legislativa sarà previsto dal nuovo articolo 70, dove vengono elencate quelle determinate materie per cui continua a vigere un procedimento di approvazione bicamerale paritario in cui le leggi devono essere approvate nel medesimo testo da Camera e Senato; tali materie riguardano: leggi di revisione costituzionale e altri leggi costituzionali, leggi riguardanti l'elezione del Senato e casi di ineleggibilità e incompatibilità dei senatori, ratifica dei trattati internazionali.

Composizione del nuovo Senato

La composizione del nuovo Senato si ridurrà a 100 senatori, circa 1/3 dei 315 previsti nel testo originale. 95 senatori saranno eletti dai consigli regionali, 5 saranno nominati dal capo dello Stato (non saranno più senatori a vita ma manterranno la loro carica per una durata di 7 anni e non potranno essere rinominati).

Rimangono senatori di diritto e a vita, esclusivamente, i presidenti emeriti della Repubblica. La riforma sopprimerà l'articolo 58 sull'elettorato attivo e passivo in merito all'elezione del Senato. In caso di approvazione della riforma, ci troveremo di fronte un senato fortemente depotenziato e senatori non eletti dai cittadini, godranno delle stesse immunità dei deputati.