Dopo mesi di indiscrezioni e voci varie, il Consiglio dei ministri ha finalmente fissato la data in cui la popolazione italiana è chiamata ad esprimersi sul referendum costituzionale: sarà il 4 Dicembre 2016. Secondo la legge, dal momento della decisione a quello del voto devono trascorrere dai 50 ai 70 giorni e quindi il governo aveva tre opzioni: il 20 e 27 Novembre e il 4 Dicembre. La scelta è caduta su quest'ultima data, la preferita dal Premier Matteo Renzi che, secondo le opposizioni, ha fatto di tutto per fissarla il più lontano possibile per paura di una sconfitta.
Intorno alla scelta della data vi erano state diverse polemiche già nei giorni scorsi. Le opposizioni, con il Movimento5Stelle in testa, avevano già accusato Renzi e il Pd di non essere stati consultati per la scelta della data. Anche la Sinistra Italiana con Alfredo D'Attorre aveva criticato il modo di fare del presidente del Consiglio: "Il referendum costituzionale è un diritto dei cittadini, non di Renzi. Fissarlo a dicembre per ridurre l’affluenza e far recuperare i Sì sarebbe davvero scandaloso".
Le posizioni
Il M5S è contrario alla riforma: "Quando abbiamo detto No alle Olimpiadi hanno tremato, ma con il No al referendum vedranno la loro fine", ha così parlato Virgina Raggi. Ma non solo i pentastellati, contrari alla riforma sono anche Lega Nord, Forza Italia e Sinistra Italiana.
Il partito di Alfano, NCD, si schiera invece con Renzi e la maggioranza del Pd. Nei giorni scorsi, il partito ha presentato un documento nel quale elenca i motivi per votare "sì" alla riforma: il succo è che tale riforma consentirà al Governo e al Parlamento di funzionare meglio.
Polemiche sulle schede referendarie
Le polemiche non si fermano alla data.
Anche la scheda che gli italiani si troveranno di fronte al momento del voto è sotto accusa. Renato Brunetta, esponente di Forza Italia, ha dichiarato che la scheda è uno spot per il sì e che Renzi vuol vincere con l'imbroglio. La risposta del Pd, attraverso Maria Elena Boschi non si è fatta attendere: "Il quesito si limita a riprodurre il titolo della legge costituzionale, è tutto vero, non c'è nessun imbroglio".