Alla Hofstra University sull’isola di Long Island, New York, sono le 21, le 3 del mattino in Italia. L’America si è fermata per assistere al primo faccia a faccia tra Hillary #Clinton per i Democratici e Donald #Trump per i Repubblicani. Sono in tanti ancora gli indecisi, in una corsa per la presidenza che vede la Clinton in lieve vantaggio. Per questo il duello di stasera, moderato dal volto della Nbc Lester Holt, è decisivo. Il dibattito, suddiviso in sei parti di 15 minuti ciascuna, dura 90, durissimi, minuti.
Clinton attacca Trump sui suoi affari privati
Il primo round riguarda l’occupazione. Alla domanda su come intendano aumentare i posti di lavoro, i due candidati mostrano carte che i lettori già conoscono. Trump cavalca il suo cavallo di battaglia sui posti di lavoro che vanno fuori dagli USA, Hillary Clinton parla della creazione di dieci milioni di posti grazie a innovazione ed energia pulita. E muove il primo attacco: “Donald - dice - ha avuto un’infanzia facile con 14 milioni di dollari. Mio padre aveva una piccola azienda e lavorava alacremente”. È a questo mondo, alla classe media, che l’ex segretario di Stato si rivolge. Trump accusa l’avversaria diincarnare un mondo politico che ha raddoppiato il debito negli ultimi anni e che aumenterà le tasse se dovesse essere eletta.
Ma non affonda il colpo a proposito delle “33 mila mail sull’account privato”. È la Clinton, invece, a mostrarsi più aggressiva, accusando il contendente di dovere “65 milioni di dollari a Wall Street” e di non aver pagato le tasse e perfino alcuni collaboratori e fornitori, oltre ad aver portato sei volte i libri in tribunale.
Clinton sferra il colpo finale sulla misoginia di Trump
Sui temi della razza e delle armi, il magnate non alza il tiro, limitandosi a ricordare il binomio “legge e ordine”, ma attaccando il presidente Obama perché nella sua città di provenienza, Chicago, “quasi quattromila persone sono state uccise”. E proprio sulle responsabilità dell’amministrazione democratica si concentrano le sue principali accuse: su Iraq, Isis, Nato.
Ma è sul finale di partita che la Clinton assesta un gancioche atterra il rivale. Quando riporta un episodio di misoginia durante il quale Trump avrebbe dato della “scrofa” a una donna ispanica che adesso, ricorda la candidata democratica, sarà chiamata alle urne.
Come si vede, attacchi personali il cui esito nelle urne non è scontato, visto che mancano ancora altri due faccia a faccia nei quali si vedrà se saranno confermate le premesse di questo primo dibattito.