Il Movimento 5 Stelle festeggia i suoi sette anni di vita: è un anniversario che cade in un momento molto caldo e particolare. L'annuncio dell'abbandono da parte del sindaco di Parma, Pizzarotti, non può lasciare indifferenti sostenitori, simpatizzanti, osservatori e opinionisti del mondo della Politica. E' uno strappo forte, una denuncia interna al Movimento che guarda consapevolmente a tutti coloro che non sono d'accordo con le scelte di Grillo e si mette come capro espiatorio di una soluzione ormai prospettata da tempo. Pizzarotti non ha risparmiato nessuno: Di Maio e Grillo in primis, autori di una campagna denigratoria che lo ha reso bersaglio principale di scelte non condivise.
Lo scandalo delle nomine al Teatro Regio, l'abuso d'ufficio, è stata la scusa - come ha ribadito - per dare sfogo a movimenti che erano già in atto.
Le accuse del sindaco di Parma
Eppure l'accusa di Pizzarottiè molto più pesante di quello che sembra: tralasciando le vicissitudini personali, il sindaco di Parma è molto preciso nelle sue opinioni. In particolare segnala un declassamento della politica ispirante del Movimento, riferita alla fasce più deboli della popolazione, e rimarca un cambio di rotta verso un uso strumentale della politica e di stampo pubblicitario. Il fatto più evidente dunque sarebbe questo spostamento di assetti che avrebbe provocato un forte rimescolamento di intenti e provvedimenti politici interni al Movimento: Pizzarotti ha lamentato la mancanza di produttività e di presenza costruttiva, anti-casta, evidenziando questo sentimento di disaffezione come una grave perdita umana.
E non a caso è proprio Beppe Grillo che prende parola per commentare il suo distacco, citando una frase sulla visibilità di Andy Warhol. Ridondanza ironica è chiaro, come vuole ogni gioco iperbolico del comico Grillo, ma che rimane sul ring sotto forma di scontro caparbio e senza alcuna volontà di mediazione. Idee diverse chesi combattono dunque: fa male alla politica e a chi crede di festeggiare un compleanno ricco di novità.