Il Referendum Costituzionale riguardo alla sanità è più semplice e chiaro da capire. Non prevede modifiche farraginose o abolizioni di enti e collegi dei quali non si era mai sentito parlare prima di oggi, ma prevede un cambio nella sfera decisionale e sull'autonomia nella gestione. Nel caso che dopo il Referendum Costituzionale i votanti abbiano dato la vittoria al "SI", lo Stato diventerebbe l'unica figura avente diritto di legiferare in tema di "disposizioni generali e comuni a tutela della Salute". Finora tutto era regolamentato nell'articolo 117 della Costituzione, che adesso con il referendum potrebbe essere modificato.

Articolo 117 della Costituzione oggi

L'attuale testo prevede che le regioni, pur rispettando sempre la Costituzione, abbiano facoltà di gestire in maniera autonoma tutto ciò che riguarda le disposizioni a tutela della salute. Lo Stato per il momento ha soltanto il compito di determinare i principi fondamentali, lasciando poi campo libero alle regioni sull'aspetto organizzativo. Secondo coloro che stanno dalla parte del "SI", questa autonomia ha creato troppe frastagliature che non hanno portato a niente di buono. Estreme difficoltà di gestione, che in alcuni casi hanno palesemente mostrato gravi incapacità organizzative. Secondo i sostenitori della proposta di Renzi è necessario che lo Stato riprenda in mano la situazione.

Le regioni dentro al Senato

Dalla Toscana, il Presidente Enrico Rossi si affianca ai favorevoli del "SI", sostenendo che le regioni hanno dimostrato di non essere in grado di fare da sole. Il sostegno in prima persona dello Stato che centralizza la sanità può solo fare bene all'intero sistema. Rossi inoltre aggiunge: "portare le Regioni dentro un Senato dove potranno dire la loro su alcune leggi fondamentali, non credo sia un errore”.

I sostenitori del "NO" sono gli esponenti delle regioni Veneto, Liguria e Lombardia, che ritengono un grave passo indietro centralizzare il sistema sanitario. In ogni caso su questo punto del referendum sarà facile farsi un'idea, perché il concetto di modifica è chiaro e semplice, resta solo da decidere se la sanità è buona così com'è, o se serve che lo Stato ne riprenda in mano il controllo.