Mancano poco meno di cinque settimane al referendum costituzionale promosso dal Governo e, secondo diversi sondaggi, la percentuale degli indecisi si aggira intorno al 20%. Matteo Renzi e la ministra Boschi stanno impegnando tempo e risorse per convincere questa grossa fetta di votanti ad approvare la riforma voluta dallo stesso Premier. Uno dei temi spesso utilizzati dallo stesso Renzi, e in generale dai sostenitori del "sì", è il risparmio che si otterrebbe se la riforma costituzionale venisse ratificata. Ma è vero quello che affermano i sostenitori della riforma?
E se sì, a quanto ammonterebbe il risparmio?
Le cifre della ministra Boschi vs le cifre del Fatto quotidiano
La ministra per le riforme costituzionale, Maria Elena Boschi, durante un'interrogazione parlamentare depositata nei primi giorni di giugno, ha affermato che, grazie alla riforma, verranno risparmiati 490 milioni di euro annui. La ministra ha anche specificato da dove proverranno questi soldi: 80 milioni dalle indennità parlamentari dei senatori, 70 milioni dal funzionamento delle commissioni e dai rimborsi ai gruppi di palazzo madama, 320 milioni dall'abolizione delle province e 20 dalla soppressione del CNEL.
Il Fatto quotidiano ha smentito le cifre della ministra riportando le stime della Ragioneria dello Stato elaborate e trasmesse il 28 ottobre 2014 su richiesta dello stesso ministero delle riforme.
Nel documento della Ragioneria, come riporta il quotidiano, il risparmio si aggirerebbe intorno ai 50 milioni all'anno: 40 ottenuti dall'abolizione delle indennità dei senatori e 9 dalla cessazione della diaria mensile. I soldi risparmiati dall'abolizione delle province, si legge ancora nell'articolo, non sono quantificabili, mentre la soppressione del CNEL produrrebbe 8,7 milioni di risparmio.
Il documento di Lucio Malan e i conti di Libero e La Stampa
Lucio Malan, senatore di Forza Italia, ha pubblicato un documento di sei pagine dal titolo "Le cifre vere e quelle false di Maria Elena Boschi". Con il documento, Lucio Malan intende dimostrare con i numeri che con la riforma si risparmierebbe intorno ai 50 milioni di euro all'anno, di cui circa 42 provenienti dalle indennità e dai rimborsi dei senatori e appena 5,5 dai costi per i gruppi parlamentari e le commissioni.
I calcoli di Libero sono diversi da tutti quelli analizzati fino ad ora. Secondo il quotidiano nazionale, con la riforma i soldi risparmiati ammonterebbero a 137 milioni. Secondo La Stampa, infine, ci sono delle spese che la Boschi non ha tenuto conto e che non possono essere azzerate come le pensioni degli ex senatori, il costo del personale e le pensioni degli ex dipendenti.