L’ultimo segnale di una incrinatura dei rapporti tra il presidente del Consiglio Matteo Renzi e Maria Elena Boschi, ministra per le Riforme ma, soprattutto, personaggio simbolo del governo, si è avuto durante uno dei recenti interventi in parlamento del premier, il 12 ottobre scorso. Per la prima volta lei seduta non al fianco di lui, ma lontana, in silenzio, per poi dileguarsi quasi subito. Tutto sarebbe però cominciato nel dicembre 2015, quando Renzi si rifiutò di difenderla pubblicamente durante la Leopolda a causa del caso Banca Etruria che aveva coinvolto il papà della ministra, Pier Luigi.

La colpa più grave di Meb secondo Matteo? Quella di aver gestito in maniera fallimentare la comunicazione durante la campagna elettorale per il Si al referendum di una riforma costituzionale che porta persino il suo nome. Segnale emblematico della tensione in atto è poi la scomparsa del volto della Boschi dalla tv dopo il confronto con Matteo Salvini su La7.

Il caso Banca Etruria e la Leopolda 2015

Secondo quanto riportato dal Fatto Quotidiano sarebbe stata la Boschi ad aprire le ostilità prima di questa estate, accusando Renzi di averla praticamente abbandonata nella gestione mediatica dello scottante caso Banca Etruria, con migliaia di risparmiatori inviperiti contro il papà Pier Luigi Boschi.

“Fonti vicine a entrambi”, così scrive il Fatto, riportano la scena di una mezza crisi di nervi avuta da lei a Palazzo Chigi mentre Renzi rimaneva impassibilmente seduto dietro la sua scrivania. Troppo umiliante, secondo la Boschi, il trattamento riservatole alla Leopolda 2015 (a pochi giorni dall’esplosione dello scandalo bancario) mentre il suo ‘protettore’ rimaneva colpevolmente muto.

Per tutta risposta, Matteo le fece arrivare un gelido messaggio per vie traverse: “Ditele che sono arrabbiato, sta sbagliando”.

Il tour in Sudamerica e i fallimentari confronti tv

In questo clima di tensione si giunge agli ultimi mesi. Il premier, spalleggiato dal vero ‘braccio destro’ Luca Lotti, autorizza il viaggio della Boschi in Sudamerica.

Ufficialmente spacciato come viaggio ‘istituzionale’, il giro di Meb tra Argentina e Brasile si dimostra un vero e proprio tour promozionale del Si al referendum (vietato dal protocollo) che Meb non fa nulla per nascondere alla stampa. Renzi naturalmente si arrabbia e cerca persino di metterle la ‘museruola mediatica’. Ma lei, imperterrita, si presenta il 5 ottobre nel salotto di Porta a Porta, chez Bruno Vespa, per un confronto con il mite, e presunto, nuovo leader di Forza Italia Stefano Parisi. Ha ricevuto l’ordine di lisciare il pelo agli elettori berlusconiani, e invece azzanna la preda Parisi suscitando l’acido commento del premier: “Non so più come fare”. Ultimo atto, per ora, della tragedia shakespeariana tra Matteo e Maria Elena è il disastro combinato dalla madrina delle riforme il 7 ottobre nel confronto tv con Salvini. Pungolata dall’altro Matteo sullo scandalo Banca Etruria, lei si prodiga in una excusatio non petita in favore del padre, percepita da tutti come una ammissione di colpevolezza.