Il dibattito giungevaal termine quando con l'ultima domanda del pubblico ai due candidati alla presidenza è calato un imbarazzante silenziodopo i veleni e gli stracci volati per più di due ore: cosa ciascuno di voi apprezza dell'altro? hillary clinton, con il volto terreo per lo scontro aspro, non ha perso l'occasione per dare ancora una stoccata: "ho stima per i suoi figli" ha affermatoriferendosi a Trump. Questi, molto più a proprio agio nella rissa, ha detto chiaramente di dubitare delcomplimento ma lo accettava come tale. Poi, con inatteso fair play, ha riconosciuto nella Clinton la tenacia di una combattente.
Era cominciata senza neanche la stretta di mano
Il repubblicano "atipico", ormai inviso a gran parte della stampa, criticato persino dal proprio vice Mike Pence, spinto a ritirarsi lasciando il passo per un clamoroso switch proprio al governatore dell'Indiana, si è presentato molto teso al dibattito svoltosi alla George Washington University di Saint Louis. Poteva essere il definitivo tracollo. Invece Trump ha ripreso in mano la sua difficile campagna elettorale da par suo, attaccando a testa bassa la rivale, riportando a galla la disinvolta vita sessuale del marito Bill arrivando ad usareun termine molto forte come "stupro" e mostrandosi sicuro, a più riprese, della scarsa affidabilità morale della coppia Clinton.
Insomma, "the Trump style" in una diretta tv con ascolti record, più alti di quelli già elevati del primo dibattito difine settembre.
Focused Trump trounces Hillary at testy second debate https://t.co/zGLzK7RHtR via @nypost
— Jason Miller (@JasonMillerinDC) 10 ottobre 2016
Il sangue freddo di Hillary. Ma il volto non mente
L'ex first lady, partita con usuale scioltezza, è stataseverissima quando con la seconda domanda ha aperto il fuoco sul Trump delledichiarazioni sessiste circolate negli ultimi giorni.
Ma subito si è trovata in palese difficoltà quando il repubblicano ha cominciato a replicare accusandola di aver mentito al Congresso e di aver fatto sparire oltre trentamila e-mail. E' andato giù duro Trump sulla vicenda "mailgate" sapendo che la Clinton ha notevolidifficoltà a giustificarsi. E'l'ha costretta alla difensiva.Poi ha cominciato ad usare a ripetizione termini come "stupidità", "disastro", "chiacchiere", tentando di suscitare reazioni emotive nel pubblico con la sua comunicativa diretta.
E lasala, infatti, non ha trattenuto un applauso. Mentre Hillary irrigidiva i tratti del viso.
Comunicazione: schemi collaudati
A rifletterci bene, non c'è stato alcun colpo di scena. Trump ha recitato la parte di Trump, Clinton quella diClinton. La loro comunicazione ricalca gli schemi seguiti fin qui. Trump semplifica, affronta i temi in superficie parlando degli effetti e non delle cause, ammiccando con un linguaggio esplicito, alla pancia dell'elettorato americano che ancora lo sostiene con un certo vigore e che ieri sera sembra essersi ripreso dopo il primo dibattito e le gaffe dell'ultima settimana. Hillary Clinton invece mostra maggiore preparazione sui dossier internazionali, tende a suscitare il senso di appartenenza a valori tradizionali, attaccando su questi un Trump più estremista.
E' moderata perchè è consapevole di dover amministrare il vantaggio acquisito. Il tempo, sempre più ristretto, gioca ormai a suo favore. Al contrario, il repubblicano deve attaccare e dovrà farlo fino al termine della campagna elettorale.
#Deplorables #Debate2016 pic.twitter.com/yqFtbAucba
— Dan Scavino Jr. (@DanScavino) 10 ottobre 2016
Chi ha vinto il dibattito?
Hillary Clinton ha prevalso nel primo dibattito. In questo secondo appuntamento si è difesa. E'apparsa meno reattiva rispetto ad un Trump oggettivamente incontenibile. Un primo sondaggio Cnn ha assegnato alla candidata democratica la vittoria anche per questa sfida televisiva. Ma sui social Trump ritorna in auge. Il suo modo di comunicare è più efficace.
La Clinton sembraavvantaggiarsi delle sue frequenti cadute di stile per mantenersi in vantaggio. Eppure, appena Trump rilancia le suemartellanti polemiche, una middle class sempre più arrabbiata e radicale lo sostiene, contestando alla Clinton l'appartenenza all'establishment e la scarsa affidabilità. La sfida rimane aperta.